Primo omicidio stradale in Salento: confermata in appello la condanna a 7 anni

La Corte ha ribadito la pena di sette anni per Andrea Scatigna, 37enne di Copertino, su cui pendeva anche l’aggravante della guida in stato di alterazione psico-fisica. Il 10 luglio 2016 investì con la sua moto un pedone, uccidendolo.

Investì con la sua moto un pedone, uccidendolo, dopo avere assunto sostanze stupefacenti. La Corte di Appello ha confermato la prima condanna per omicidio stradale in Salento.

Circa un anno fa, il gup Stefano Sernia aveva inflitto 7 anni di reclusione ad Andrea Scatigna, 37enne di Copertino, al termine del rito abbreviato. Non solo, anche la provvisionale di 50 mila euro nei confronti della moglie e del figlio di Venerio Caione, 61enne di Monteroni, e di 15 mila in favore della figlia della vittima. Sono assistiti dagli avvocati Americo Barba e Alessandra Verdesca.

L’imputato rispondeva di omicidio stradale con l’aggravante della guida in stato di alterazione psico-fisica. Gli avvocati Federica Conte e Giorgio Giannaccari, legali di Scatigna, pur rispettando la sentenza e la tragedia che ha colpito la famiglia della vittima, annunciano ricorso in Cassazione. Ritengono, infatti, che l’imputato non fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti al momento dell’incidente. Inoltre, ritengono “discutibile” la nuova legge sull’omicidio stradale.

Il tragico incidente

Ricordiamo che il tragico incidente stradale è avvenuto il 10 luglio 2016, intorno alle 19.00 sulla S.P. 340 che collega Torre Lapillo con Porto Cesareo, nei pressi di un camping. In quel punto, Venerio Caione stava gettando la spazzatura, trasportandola con una carriola.

All’improvviso, la moto guidata da Scatigna gli è piombata addosso. Giunto nel nosocomio intorno alle 20.15 e ricoverato nel reparto di Rianimazione, è spirato intorno alle 23.30.

Il centauro, invece, ha riportato diverse lesioni, tra cui la frattura delle ossa nasali. In ospedale, i carabinieri hanno proceduto – con l‛ausilio dei medici – ad effettuare le analisi del sangue per verificare l‛eventuale assunzione di alcol e droghe. Scatigna ha dichiarato, durante l’udienza di convalida degli arresti domiciliari, di aver fatto uso di droga soltanto il giorno prima. Dunque, le tracce rilevate nel sangue farebbero riferimento ad un arco temporale precedente al momento dell’incidente.

Le indagini condotte dai Carabinieri di Porto Cesareo assieme ai colleghi di Campi Salentina avrebbero accertato svariate irregolarità nella condotta di guida di Scatigna. Viaggiava senza patente e sprovvisto di assicurazione. Procedeva alla velocità di circa 85 km/h (il limite consentito in quel tratto era di 50). Inoltre, in quella zona abitata e trafficata per il rientro dal mare, avrebbe superato la linea di mezzeria, sorpassando (manovra vietata in quel punto) un’altra vettura. Sarebbe così andato ad impattare con il povero pedone, quand’era già nella corsia opposta, sbalzando il corpo di 17 metri.



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