Processo per l’attentato al negozio ‘Sogni’, disposto l’ascolto del ‘pentito’ Gioele Greco

Presumibilmente, l’attentato doveva essere compiuto da Greco, ma poi fu realizzato direttamente dal suo amico Michele De Matteis che morì carbonizzato. L’esplosione avvenne il 2 agosto del 2011

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Avrebbe dovuto incendiare il negozio "Sogni", in cui morì il presunto attentatore che l'aveva "sostituito" e nella prossima udienza verrà ascoltato il "pentito" Gioele Greco.
 
Il giudice Maddalena Torelli ha accolto la richiesta del Sostituto Procuratore Guglielmo Cataldi, che aveva già depositato nei mesi scorsi il verbale con le sue dichiarazioni. Dunque, il prossimo 29 novembre, il neo collaboratore di giustizia verrà sentito in videoconferenza per far luce sull'esplosione che il 2 agosto del 2011 distrusse il negozio ‘Sogni’, in pieno centro cittadino, e in cui rimase vittima Michele De Matteis, 32enne leccese. Invece, dopo l'ascolto di Greco potrà avere inizio la discussione in aula, con la requisitoria del pm Cataldi.
 
ll 29enne leccese Gioele Greco nel verbale dell'interrogatorio del 9 luglio 2015 relativo all'inchiesta "Eclissi", parlò anche dell'incendio al negozio "Sogni", raccontando importanti retroscena. L'attentato doveva essere compiuto da Greco, ma poi fu realizzato direttamente dal suo amico Michele De Matteis. Greco racconta che De Matteis «mi chiese di incendiare il negozio “Sogni” perché il suo amico Giampiero Schipa era intenzionato a incassare lindennizzo assicurativo. Ero ancora in attesa dellindicazione di Michele per poter eseguire lincendio quando un mattino mi chiamò…  per avvisarmi che avevano trovato il cadavere di un certo Michele in Piazza Mazzini sepolto sotto le macerie del negozio “Sogni” ».
 
Gli imputati sono: Giampiero Schipa, 50enne di Lecce, ex proprietario dell’esercizio commerciale, la moglie Maria Speranza Bianco, 41enne di Surbo e Gennaro De Angelis, 64enne di Taranto, all'epoca titolare del negozio e considerato dagli inquirenti un prestanome. Tutti e tre rispondono a vario titolo ed in diversa misura  di frode assicurativa, incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Invece, nell'udienza preliminare del 29 agosto di quattro anni fa, innanzi al gup Giovanni Gallo, sono stati prosciolti dall’accusa di disastro doloso.
 
Le indagini, coordinate dal Sostituto procuratore Guglielmo Cataldi, hanno accertato che gli imputati avrebbero agito per intascare il premio assicurativo. De Angelis aveva bisogno di soldi per saldare il debito contratto proprio con Schipa. Qualcosa però andò storto al momento dell'esplosione e De Matteis perse la vita. Infilatosi in un’intercapedine, nello scantinato sottostante al locale, il 32enne leccese morì carbonizzato.
 
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giancarlo Dei Lazzaretti, Amilcare Tana e Cosimo Rampino. Si sono invece costitutivi parte civile, all'inizio del processo, la compagnia assicurativa Allianz con l'avvocato Silvio Caroli e i titolari di vari immobili danneggiati dall'incendio assistiti da:  Massimo Manfreda, Michele Palazzo, Carlo Sariconi, Cosimo Ruppi, Cristian Gnoni, Giuseppe Gravili.



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