Avrebbe rapinato e stuprato un'impiegata durante un permesso premio a Bari, ottenuto grazie ad una "buona condotta" nel carcere leccese.
Il pubblico ministero Simona Filoni ha chiesto una condanna a 16 anni di reclusione, nel processo con rito abbreviato a carico di Cosimo Damiano Panza. La sentenza, dinanzi al gup del Tribunale di Bari, è prevista per il prossimo 2 maggio. L'imputato risponde delle accuse di sequestro di persona, rapina aggravata, violenza sessuale, porto abusivo di armi e furto.
Panza è difeso dagli avvocati Rita Ciccarese e Benedetta Martina. I due legali hanno chiesto l'assoluzione dell'uomo. Infatti, non vi sarebbe la certezza della prova, ovvero che la persona immortalata dalle telecamere di video sorveglianza sia Panza.
Il 53enne barese ha rilasciato dichiarazioni spontanee in aula, professando la propria innocenza. La vittima, invece, si è costituita parte civile con l’avvocato Mariangela Minenna del foro di Bari.
I fatti si verificarono lo scorso 6 ottobre. Secondo l'accusa, durante un permesso premio, Panza avrebbe rapinato la dipendente 27enne di un’associazione situata nel centro di Bari, minacciandola con un coltellino. L'uomo avrebbe poi costretto la donna, a seguirlo in bagno e qui avrebbe abusato di lei. Fuggita dall’edificio, la donna si sarebbe rifugiata in un bar, chiedendo aiuto. Invece, prima di scappare,Panza avrebbe sottratto 350 euro dalla borsa di un’altra dipendente.
Il 53enne barese era recluso nella casa circondariale di Borgo San Nicola, dove era considerato un detenuto modello .Proprio nella giornata di oggi, era fissata dinanzi al Tribunale di Sorveglianza di Lecce, l’udienza per l'eventuale concessione degli arresti domiciliari o della messa alla prova. Per ovvi motivi, è stata annullata.
Rapinò e stuprò un’impiegata durante un permesso premio, chiesta la condanna a 16 anni
La sentenza è prevista per il prossimo 2 maggio. Il 53enne barese Cosimo Damiano Panza era recluso nella casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce, dove era considerato un detenuto modello.