Rifiuti tombati a Supersano. Danilo Lupo non diffamò il presunto interratore

Il giornalista Danilo Lupo era stato denunciato per diffamazione a mezzo stampa dal presunto interratore di rifiuti tombati a Supersano chiamato in causa dal boss della Scu, Silvano Galati. La vicenda è finita con un’ordinanza di archiviazione del GIP Alcide Maritati.

Il fantasma di alcune vecchie dichiarazioni rilasciate nel 2006 da Silvano Galati, esponente di spicco della Sacra Corona Unita del Sud Salento e divenuto poi un collaboratore di giustizia, era tornato a far paura soprattutto all’indomani del clamore che avevano suscitato quelle rese da Carmine Schiavone.  Le parole del pentito dei Casalesi che avevano ‘scoperchiato il Vaso di Pandora’ portando alla luce il dramma della Terra dei Fuochi, avevano gettato delle ombre anche sul Salento dove sarebbero stati smaltiti illegalmente degli scarti provenienti dall’industria conciaria e calzaturiera, un settore che rappresentava il fiore all’occhiello dell’economia salentina negli anni 90. Insomma, un vero e proprio ‘cimitero dei rifiuti’ a cielo aperto si nasconderebbe in una zona ben precisa: a Supersano, fra la masseria Macrì e la vicina pineta. È lì che Galati e i suoi complici avrebbero interrato scarti delle lavorazioni di borse e calzature.  
 
Le domande a quel punto erano tante, troppe. C’erano o non c’erano stati dei tombamenti in quei siti indicati dal collaboratore di giustizia Silvano Galati? A questo fondamentale quesito aveva provato a rispondere nel novembre 2013 Danilo Lupo nell’inchiesta  del programma l’Indiano «Avevo ricostruito una vicenda oscura su cui proseguono tutt'ora le indagini degli inquirenti: molti bidoni di veleni, residui dei processi industriali di cromatura che avvenivano in una fabbrica del posto, sarebbero stati sepolti sotto terra o sversati nei canali di bonifica da uomini della criminalità locale» ha raccontato il giornalista che aveva provato a fare luce sulle dichiarazioni del boss della Scu che aveva fatto anche il nome dei presunti interratori, tra cui quello di Alessandro Musio.
 
«Per ottenere una replica ad affermazioni così gravi avevo bussato alla porta di Musio, chiedendo conto delle accuse del pentito Galati e riportando il contenuto di quella conversazione nel servizio televisivo – ricostruisce Lupo –  ma dopo la messa in onda del servizio televisivo, Alessandro Musio mi ha denunciato per diffamazione a mezzo stampa».
 
Il pubblico ministero Francesca Miglietta ha svolto gli approfondimenti del caso e ha richiesto l'archiviazione della querela, ritenendo rispettati i criteri della verità, della continenza e del pubblico interesse posti alla base del diritto di cronaca. 
Musio ha ritenuto di opporsi all'archiviazione e il caso è stato esaminato dal GIP Maritati, che con un'ordinanza depositata lunedì scorso ha archiviato la querela, sottolineando "non solo l'assenza di qualsivoglia travisamento della cronaca giudiziaria ma anche l'accuratezza nella preparazione della puntata".
 
«Sono soddisfatto per la decisione della magistratura – commenta il giornalista – ma la cosa importante è un'altra: che si accerti se quei veleni siano stati effettivamente sversati nelle meravigliose campagne di Supersano. Se così fosse, vanno bonificate le matrici ambientali e vanno puniti i responsabili».



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