Seminarono il terrore nelle marine e nella grecìa con rapine efferate. I carabinieri mettono le mani sui responsabili

Rapinarono tra giugno e luglio del 2013 supermercati e distributori di benzina in una rapida sequenza di criminalità. Quest’oggi i carabinieri di Lecce hanno arrestato coloro i quali vengono ritenuti i responsabili, a seguito di indagini articolate.

Un’ attività investigativa meticolosa, fatta di approfondimenti e piccoli tasselli messi insieme, che ha portato ad assicurare alla Giustizia due uomini ritenuti autori di una serie di efferate rapine a mano armata verificatesi nel territorio delle marine leccesi e della Grecìa Salentina tra Giugno e Luglio 2013.

Alle prime luci dell’alba di oggi, 10 novembre 2015, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Lecce hanno tratto così in arresto Carmine Pantaleo Calogiuri e Massimiliano Apollonio. I due sono accusati di aver messo a segno una serie di colpi, in un lasso di tempo breve, ma si può dire intenso.

A finire nel mirino supermercati e distributori di benzina a Castrì di Lecce, a Uggiano la Chiesa, a Borgagne di Melendugno, a Strudà di Vernole e a Castrignano dei Greci, presi letteralmente d’assalto dalla coppia di malviventi che, col volto travisato e armati di fucile a canne mozze e pistola, hanno seminato paura tra cittadini e turisti.

Rimane nel ricordo indelebile la rapina del 18 luglio 2013, alla rivendita tabacchi di Torre dell’Orso,  dove l’intervento di un agente fuori servizio e dei Carabinieri di Melendugno permise l’arresto di Massimiliano Apollonio e del complice Carmine Pantaleo Calogiuri.

La convinzione degli investigatori è che potesse trattarsi della coppia che stava terrorizzando la Grecìa Salentina, ha portato i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile ad approfondire elementi e convergenze investigative su una serie di rapine avvenute con le medesime modalità delle settimane precedenti.

Tra gli elementi decisivi la comparazione dei vestiti e dei passamontagna con quelli ritrovati in agro di Melendugno, dove all’interno di un trullo adibito a covo vennero ritrovate buste di plastica, passamontagna, felpe prive di maniche e una pianta di fico, la stessa che ha lasciato innumerevoli residui sulla Fiat Uno rubata ed utilizzata dai malviventi, che lì sotto era stata parcheggiata. Un particolare apparentemente da poco ma che ha consentito di stabilire con certezza di stabilire che quel trullo fosse proprio la base logistica dei malviventi. Fondamentali, tra le altre cose, sono state le testimonianze che hanno permesso di mettere in evidenza importanti elementi, quali tatuaggi, modi di camminare, accento o particolari dell’autovettura utilizzata per il colpo

Le analisi balistiche, effettuate sul munizionamento esploso su diverse scene del crimine e comparate con il fucile a canne mozze che Apollonio imbracciava a Torre dell’Orso al momento del suo arresto, hanno consentito di stabilire con certezza che si trattava dello stesso fucile utilizzato in tutte le rapine contestate. Elementi, quindi, gravi e concordanti, dunque, quelli raccolti dai carabinieri, che hanno consentito di contestare agli indagati i reati di rapina aggravata in concorso, detenzione illecita di arma da fuoco alterata, ricettazione in concorso e lesioni aggravate.

Apollonio era già in carcere per associazione mafiosa, mentre Calogiuri è associato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. I due resteranno a disposizione dell’Autorità per l’interrogatorio di garanzia.



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