Si disfa di un sacco con 12 kg di marijuana. Scoperto dalla Polizia finisce in manette 23enne slavo

L’operazione a opera degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce. Con lui denunciato il fratello 21enne che si trovava agli arresti domiciliari per reati inerenti il traffico di droga.

“Grazie a una serie di segnalazione da parte dei residenti, negli ultimi due mesi e mezzo senza attività tecnica, ma solo grazie all’ausilio di diversi appostamenti  e utilizzando le telecamere di controllo cittadine siamo riusciti a sequestrare  127 kg di marijuana 956 grammi di eroina e cocaina che si uniscono ai  12 kg di marijuana rinvenuti nella serata di ieri”.
 
Con queste parole la dirigente della Squadra Mobile della Questura di Lecce, Sabrina Manzone, ha presentato l’operazione svolta nel tardo pomeriggio di ieri dagli agenti della sua divisione culminati con il sequestro di quasi 12 kg di “maria” e che ha portato all’arresto e di un giovane e alla denuncia del fratello.
 
Nello specifico, gli uomini della Polizia hanno tratto in arresto Senad Ahmetovic, nato a Bari, 23enne e residente presso il campo nomadi Panareo, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
 
Le manette sono state strette ai polsi del ragazzo al termine di un’attività info-investigativa a seguito di alcune segnalazioni agli agenti che hanno appreso che l’arrestato e il fratello A. D., si erano resi promotori di un intenso traffico di sostanze stupefacenti nella zona di San Pio. Da tener presente, inoltre, che  A. D. si trovava in un’abitazione di quel quartiere, ristretto agli arresti domiciliari, proprio per reati inerenti il traffico di sostanze stupefacenti.
 
Come si sono svolti i fatti nello specifico? Alle ore 18.00 di ieri, è stato avviato un servizio di osservazione nelle vicinanze dell’abitazione dei due fratelli e alle ore 19.40 nei pressi del cancello d’ingresso, i poliziotti hanno visto giungere un’autovettura, una Audi A7 di colore scuro della quale, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, non si riusciva a rilevare la targa.
 
Dal lato passeggero è sceso Senad Ahmetovic, riconosciuto da uno dei poliziotti che, con altri agenti della Sezione Antidroga, aveva avuto modo di vederlo più volte in servizi di osservazione precedenti. Il giovane una volta sceso dall’autovettura ha fatto il suo ingresso nello stabile mentre la macchina si è allontanata dal luogo.
 
Alle ore 19.45, poi, nei presi del cancello di ingresso è giunta un’altra auto, una Wolkvagen Golf di colore blu guidata da un uomo che si è fermata nelle vicinanze dello stesso ingresso da dove è uscito l’arrestato che, dopo essersi guardato attorno con circospezione, ha aperto  lo sportello dal lato passeggero e ha prelevato una grossa busta in cellophane nero, di quelle comunemente utilizzate per la raccolta dei rifiuti. Il sacco nero è apparso  abbondantemente rigonfio come se all’interno fosse contenuto qualcosa di voluminoso. Subito dopo il giovane è rientrato in casa e l’autovettura si è allontanata repentinamente. Sempre a causa del maltempo anche di questo mezzo non è stato possibile rilevare la targa.
 
Avendo il fondato sospetto che la busta vista potesse contenere sostanza stupefacente gli agenti hanno preso la decisione di effettuare una perquisizione domiciliare.
 
Immediatamente gli investigatori hanno bussato alla porta dell’appartamento abitato dai due fratelli, qualificandosi come personale della Polizia di Stato, ma prima che qualcuno venisse ad aprire hanno udito alcuni rumori e tonfi che facevano sospettare che i residenti dell’alloggio si stessero sbarazzando di qualcosa.
 
Dopo qualche minuto la porta è stata aperta e i poliziotti hanno sono entrati  nell’alloggio nel quale si trovava Senad Ahmetovic e il fratello, oltre a  quattro donne tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare.
 
Tebendo ben presente quanto udito in precedenza, prima dell’apertura della porta della dimora, il personale della Questura ha proceduto a  ispezionare immediatamente i terrazzi adiacenti e sottostanti l’appartamento e  su quello della cucina, sono stati rinvenuti quattro panetti di forma rettangolare confezionati sottovuoto con cellophane trasparente e nastro da imballaggio di colore marrone, contraddistinti con la lettera P di colore rosso, per un peso complessivo di 4.331 grammi lordi. Sul terrazzo  sottostante la finestra della camera da letto, poi, gli agenti hanno recuperato un borsone di colore blu contenente sei panetti simili a quelli trovati sull’altro terrazzo del peso complessivo di 6.425grammi  lordi e una pochette in similpelle di colore nero contenente un panetto di forma ovale confezionato con cellophane trasparente e pellicola per alimenti, del peso di grammi  lordo1.031. è apparso quindi evidente che i rumori uditi e in particolar modo i tonfi erano stati provocati dalla caduta dei grossi involucri di marijuana sui terrazzi adiacenti l’abitazione che erano stati buttati dagli Ahmetovic.
 
Dell’ettività di polizia giudiziaria è stata informata Roberta Licci, Pubblico Ministero  di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce, che ha disposto la traduzione di Senad Ahmetovic presso  Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
 
“L’attività di ieri è stata resa un po’ difficoltosa dalle condizioni meteo, perché, nel momento in cui abbiamo agito, stava piovendo a dirotto e la visibilità era veramente scarsa – ha proseguito la Dott.ssa Manzone .
 
Nella zona in cui abbiamo operato ieri, quella di San Pio, ci troviamo certamente di fronte a  un canale di rifornimento notevole in cui cittadini stranieri lavorano per conto di italiani. Le dinamiche sono ricollegabili a un gruppo e stiamo procedendo  a livello investigativo per contestare l’associazione e disegnare un organigramma con ruoli e compiti.
 
Non pensavamo di ottenere questi risultati grazie alla collaborazione dei cittadini, alle loro telefonate, alle loro segnalazioni e ai loro esposti.
 
Così facendo si dà  un segnale forte alla cittadinanza, perché ci si è trovati di fronte a un’attività spavalda di spaccio in pieno giorno, davanti ai condomini e alle famiglie. Un allarme sociale che era diventato un grosso problema”.



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