“Sottrasse” 18mila euro dal lido balneare della polizia? Ispettore rischia processo

Una volta ascoltati alcuni testimoni, il giudice deciderà se rinviare a giudizio l’imputato o proscioglierlo dall’accusa. I fatti si sarebbero verificati, durante l’estate di tre anni fa, tra i mesi di luglio e settembre.

Tribunale

Rischia il processo, un ispettore di polizia penitenziaria accusato di essersi appropriato di oltre 18mila euro.
In mattinata, si è svolta l’udienza preliminare innanzi al gup Vincenzo Brancato. Gli avvocati Silvio Verri e Daniela De Liguori, difensori del 52enne di Calimera, hanno sostenuto l’estraneità ai fatti del proprio assistito, che ha sempre dichiarato di essere innocente. In particolare, sono state evidenziate alcune incongruenze, che sarebbero emerse nel corso delle indagini, ed è stato chiesto un approfondimento istruttorio, con l’esame di due testimoni che potrebbero chiarire la posizione dell’imputato. Il gup ha condiviso l’impostazione difensiva ed ha ammesso l’approfondimento richiesto, fissando a tal fine l’udienza del 14 giugno. Una volta ascoltati i testi, il giudice deciderà se rinviare a giudizio l’imputato o proscioglierlo dall’accusa.

L’ispettore di polizia penitenziaria risponde dell’accusa di peculato. I fatti si sarebbero verificati, durante l’estate di tre anni fa, tra i mesi di luglio e settembre. Secondo il pubblico ministero Angela Rotondano, in qualità di responsabile del servizio mensa per agenti di un lido balneare ( servizio sottoposto a controllo dell’Ente di Assistenza del Dipartimento di amministrazione penitenziaria) il poliziotto si sarebbe appropriato di 18.769 euro. Tale somma risulterebbe dalla differenza tra il totale delle entrate del bar/ristorante, dei servizi di gestione del lido per il noleggio di ombrelloni, sdraio e pedalò , ed i versamenti effettuati sul conto corrente dedicato, al netto delle spese varie sostenute. Sempre secondo l’accusa, dunque, il denaro sarebbe stato “distratto”e non riversato nelle casse dello stabilimento balneare, né in quelle delle spaccio della casa circondariale, nè tantomeno sui conti destinati a tali gestioni.



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