Sparò contro un’auto con donna incinta e figlioletti a bordo: Gaudadiello condannato a 9 anni, gli altri tre assolti

I fatti risalgono alla notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, quando quattro soggetti convocarono con una scusa, presso un bar di Squinzano, un pregiudicato originario di Manduria. Pochi minuti dopo nacque un inseguimento e iniziarono a piovere proiettili.

Sparò contro l'auto di un presunto ladro, con a bordo la moglie incinta e i due figlioletti di 3 e 5 anni. Il gup Alcide Maritati, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato per tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco Paolo Gaudadiello, 28enne, alla pena di 9 anni (il pm ha chiesto 12 anni), difeso da avvocato Ladislao Massari.
  
Assolti "per non aver commesso il fatto", invece, Alessio Fortunato, 33enne squinzanese (chiesti 12 anni); Massimiliano La Salvia, 26enne, di San Pietro Vernotico  invocati 10 anni) Danilo Ragione, 28 anni, di San Pietro Vernotico (il pm ha chiesto assoluzione). I tre imputati sono assistiti dagli avvocati Ladislao Massari e Stefano Prontera.
  
Nella scorsa udienza, il gup Maritati ha emesso un'ordinanza con cui ha disposto l'esame testimoniale di tre carabinieri che hanno condotto le indagini. Non solo, anche la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza, nei pressi del bar dove avvenne il pestaggio.
  
I fatti risalgono alla notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, quando, secondo l'accusa, quattro soggetti (vi sarebbero anche altre tre persone, una delle quali nel frattempo deceduta) convocarono con una scusa, presso un bar di Squinzano, un pregiudicato originario di Manduria. Erano "infastiditi" per un furto avvenuto il giorno prima, ai danni di un uomo molto vicino al gruppo. A.R. giunse all'appuntamento a bordo della sua auto, assieme ai figli piccoli di 3 e 5 anni ed alla compagna incinta. Fu picchiato con pugni e calci, ma la donna intervenne alla guida della macchina, investendo uno degli aggressori. Quindi, "passò" al compagno una pistola (che presto si rivelerà finta) e questi si lanciò alla caccia dei suoi assalitori: Guadadiello riuscì a fuggire, mentre Fortunato si nascose dietro il bancone del bar e gli venne anche puntata la pistola in faccia.
  
Il pregiudicato di Manduria, successivamente, salì sulla vettura e si dileguò. Dopo alcuni minuti, il gruppo di aggressori a bordo di due differenti automobili, si diresse sulla strada che da Squinzano porta a Torchiarolo, luogo di residenza di A.R.. Pochi minuti dopo nacque un inseguimento e iniziarono a piovere proiettili: almeno quattro che, per fortuna non colpirono i bambini che dormivano nella parte posteriore. Un proiettile, tuttavia, ferì alla spalla la compagna albanese E.B. A quel punto la fuga degli aggressori.
  
A.R. non ebbe altra scelta se non quella di recarsi presso l'ospedale 'Perrino' di Brindisi. La donna fu operata d’urgenza, per non pregiudicare la gravidanza. L'uomo fu sottoposto ad un lungo interrogatorio da parte dei Carabinieri, dando però una versione dei fatti contraddittoria. Solo dopo alcune intercettazioni anche in ospedale e analisi telefoniche, si riuscì a ricostruire la dinamica dei fatti.
  
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce.



In questo articolo: