Tafferugli davanti ai cancelli del cantiere Tap. Feriti tra i manifestanti, caricati anche i sindaci

Scontri davanti al cantiere Tap tra le forze dell’ordine e i manifestanti che cercano di impedire lo spostamento degli ulivi che si trovano lungo il tracciato a terra.

Ad impedire la costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline e lo spostamento degli ulivi che hanno avuto la ‘sfortuna’ di trovarsi lungo il tracciato a terra del micro-tunnel sono solo i manifestanti che da giorni presidiano il cantiere, in località San Basilio a San Foca. La tensione era palpabile fin dalle prime ore del mattino quando le forze dell’ordine, in tenuta anti-sommossa, hanno dovuto forzare il posto di blocco ‘creato’. Gli attivisti seduti davanti ai cancelli sono stati spostati dalla Polizia con “modi poco gentili”. Pochi minuti di ‘guerriglia’ che rendono l’idea di come il fronte dei contrari alla realizzazione dell’opera considerata ‘strategica’ per il territorio non si voglia arrendere, nemmeno davanti all’ok del Consiglio di Stato o al beneplacito del Ministero.
  
Alcune delle persone che stavano protestando sono state colte da malore. Altre sono rimaste ferite negli scontri. Tra i manifestanti caricati dalla Polizia ci sono anche alcuni dei primi cittadini del territorio da sempre schierati contro la Tap. «Ci siamo messi in mezzo con le mani alzate per evitare scontri più violenti» ha dichiarato il Sindaco di Melendugno, Marcò Potì, il primo ad essersi opposto con forza alla costruzione dell’opera.  
   
«È una giornata triste per la democrazia – ha commentato il primo cittadino ai nostri microfoni – a manifestare pacificamente c’erano anziani, studenti, gente comune, ma le forze dell’ordine non hanno voluto sentire ragioni. Era più importante permettere ai carri di uscire dal cantiere delle persone che si erano ritrovate lì per esprimere semplicemente il loro dissenso. Questo perché la multinazionale vuole dimostrare che sta continuando i lavori. Inutili aggiungo».
  
Dopo la carica cinque camion, su ciascuno dei quali erano stati messi due ulivi appena eradicati, sono usciti dal cantiere tra i fischi dei manifestanti mentre un elicottero ha sorvolato la zona.
  
«Quando le ragioni si fanno prevalere con la forza il rischio è che la gente si ‘indispettisca’» commenta Andrea De Pascali, sindaco di Castrì di Lecce che descrive uno scenario quasi surreale a San Foca «c’è uno spiegamento di forze dell’ordine notevole, forse sproporzionato considerando che nessuno dei manifestanti si è opposto se non pacificamente ai lavori. In tenuta anti-sommossa, poi. È normale che le persone che hanno sacrificato tutto per stare lì si sentano prese in giro. E lo spostamento degli ulivi ha tutto il sapore di una provocazione».
 
Il primo cittadino punta il dito contro la multinazionale, rea di non aver fatto nulla per evitare i disordini: «non era necessario eradicare gli alberi proprio oggi – continua – è un messaggio chiaro che Tap ha voluto lanciare, una specie di dimostrazione di forza, di superiorità. La costruzione del micro-tunnel nella campagna dove è previsto il tracciato dovrebbe iniziare almeno tra un anno e mezzo, che senso ha spostare gli alberi durante una manifestazione con il rischio di esacerbare gli animi tra i presenti?». 

 



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