Accoltella la fidanzata, concessi i domiciliari al 30enne accusato di tentato omicidio

Potrà tornare a casa Giorgio Vitali, il 30enne accusato del tentato omicidio della giovane fidanzata, ferita con sette coltellate. Il Giudice gli ha concesso i domiciliari.

Avrebbe accoltellato la sua fidanzata durante un litigio scoppiato, ha detto, per “gelosia”. Un motivo confermato anche oggi, nell’udienza di convalida del fermo. Giorgio Vitali, il 30enne finito a Borgo San Nicola con l’accusa di tentato omicidio, ha spiegato al Giudice per le indagini preliminari di aver agito spinto dalla paura di perdere la sua Stefania, di cui si dichiara ancora innamorato. “La amo” ha detto tra le lacrime mentre provava a ricostruire quanto accaduto poco prima di mezzanotte, nell’appartamento alla periferia di Morciano di Leuca. Poi ha chiesto scusa per il gesto, invocando perdono.

Ascoltato il suo racconto, il Gip Vincenzo Brancato ha convalidato l’arresto, ma ha concesso al 30enne i domiciliari, accogliendo la richiesta del suo difensore.

Secondo l’avvocato Paolo Pepe non c’è il pericolo di fuga, né il rischio di reiterazione del reato. E poi, Vitali era un volto sconosciuto alle forze dell’ordine prima di quella maledetta notte. “Incensurato”, come si dice in gergo.

La ricostruzione dell’accaduto

Qualcosa nella testa del 30enne – descritto da tutti come un “bravo ragazzo, tutto casa e lavoro” – è scattato se ad un certo punto ha impugnato un coltello recuperato in cucina per ferire la sua compagna.

Sette colpi, forse più, inferti uno dietro l’altro, con quell’arma “improvvisata” che poi ha abbandonato tra le sterpaglie, mentre cercava di allontanarsi dall’abitazione, dove aveva lasciato la sua ragazza in una pozza di sangue. È stato lui a permettere agli uomini in divisa di ritrovarla durante l’interrogatorio finito alle prime luci del mattino, quando è crollato.

Ha confessato il 30enne, confermando i sospetti che, fin da subito, si erano concentrati su di lui. Le contraddizioni, in fondo, erano tante: ha detto di averla trovata riversa sul pavimento del bagno, ha detto che “probabilmente era caduta”, ma la sua versione cozzava con quanto raccolto sul luogo dell’accaduto.

La scena che si è aperte davanti ai soccorritori è stata terribile. C’era sangue ovunque: sul letto, sul divano e in bagno. Le macchie disegnavano un quadro ben diverso da quello raccontato dal giovane. Un giovane per bene, senza alcun precedente e di buona famiglia che ora dovrà difendersi dall’accusa di tentato omicidio.



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