Tentato omicidio Spennato, accertamenti sui supporti informatici di tre indagati

La Procura conferirà l’incarico ad un consulente per analizzare tablet, pc e pen drive. Gli inquirenti intendono stabilire se vi siano elementi in grado di confermare il coinvolgimento dei tre indagati, nell’agguato del 23 novembre dello scorso anno a Casarano.

Continuano a spron battuto le indagini sul tentato omicidio di Luigi Spennato. Sono stati sequestrati i supporti informatici appartenenti a tre indagati sulla trentina d'anni: G.D.C ed L.D.C. (lontani parenti del 41enne di Casarano) e S.F., un odontotecnico del posto. Questi rispondono dell'ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.
 
Nella giornata di venerdì, la Procura conferirà l'incarico a un consulente informatico per analizzare tablet, pc e pen drive. Gli inquirenti intendono stabilire se vi siano elementi in grado di confermare un eventuale coinvolgimento dei tre indagati, nell'agguato del 23 novembre dello scorso anno a Casarano. Non solo, poiché si cercano tracce di una possibile rete di contatti con il clan mafioso che avrebbe ordinato di ammazzare Spennato (piano non riuscito) e in precedenza Augustino Potenza.
 
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore antimafia Guglielmo Cataldi e da pm Massimiliano Carducci, sono condotte gli uomini del Nucleo Investigativo di Lecce assieme ai colleghi di Casarano.
 
Occorre inoltre ricordare che gli indagati, nelle settimane scorse, sono stati anche sottoposti alla prova dello stub in caserma (analisi sui residui chimici depositatisi su indumenti e mani), per capire se siano stati loro ad avere impugnato le armi che hanno sparato a Spennato. Adesso saranno gli uomini del Racis di Roma (Raggruppamento investigazioni scientifiche ) ad analizzare in laboratorio le eventuali tracce di polvere da sparo che potrebbero essere presenti anche nelle due auto sequestrate. Uno dei tre indagati è assistito dall'avvocato Mario Coppola, mentre la famiglia Spennato dal legale Francesca Conte.
 
Gli inquirenti, in merito al movente del tentato omicidio Spennato (ha oramai perso la vista e si trova su una sedia a rotelle), si battono diverse piste. Una di queste, è la spartizione  del bottino frutto delle numerose rapine compiute negli anni ‘90, dal gruppo legato al boss Vito Di Emidio (alias bullone) di cui faceva parte anche Augustino Potenza. Non è poi da escludere un coinvolgimento delle giovani leve della criminalità organizzata casaranese, legato al controllo del territorio.
 
E resta  in piedi la "vendetta" venuta dal passato criminale di Spennato e Potenza , relativa sempre alla scia di omicidi, tra cui quello di vari elementi della famiglia Toma.



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