Toccatine nei confronti della nipotina di 4 anni durante il bagnetto, zio condannato a 8 anni

Il collegio giudicante ha invece assolto ‘per non aver commesso il fatto’, la zia della bambina, una 47enne anch’ella di Marittima. I fatti contestatisi sarebbero verificati tra il 2010 ed il gennaio 2014, in un contesto familiare altamente degradato.

Toccatine e palpeggiamenti nei confronti della nipotina di appena 4 anni, durante il bagnetto.
  
Un 40enne di Marittima di Diso è stato condannato a 8 anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale continuata e aggravata. I giudici della prima sezione collegiale (Presidente Gabriele Perna) hanno inoltre disposto per l'uomo l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Non solo, anche il risarcimento del danno di 50mila euro in favore dei genitori della bambina, che si sono costituiti parte civile attraverso l'avvocato Silvia Mauro. L'imputato è assistito dal legale Stefano Metrangolo.
  
Il collegio giudicante ha invece assolto per non aver commesso il fatto,  la zia della bambina, una 47enne anch'ella di Marittima, difesa dall'avvocato Luigi Pastore di Alezio. Il legale, nel corso dell'istruttoria dibattimentale, ha dimostrato come la sua assistita sia stata coinvolta  nella vicenda, per motivi di mera natura economica. In precedenza, il pubblico ministero d'udienza Maria Vallefuoco ha invocato una condanna a 9 anni di reclusione per lo zio e l'assoluzione per la donna.
  
I fatti contestatisi sarebbero verificati tra il 2010 ed il gennaio 2014, in un contesto familiare altamente degradato. Secondo l'accusa, la bimba avrebbe subìto ripetuti abusi sessuali nella casa dove ella viveva assieme ai genitori ed agli zii (entrambi fratelli del padre).
  
Quest'ultimi, in occasione di "bagnetti" e altri momenti d'intimità, l'avrebbero toccata e palpeggiata e in certe occasioni lo zio si sarebbe masturbato innanzi ai suoi occhi. Inoltre, l'avrebbero minacciata di ripetere "gli atti sessuali", nel caso in cui, la bambina avesse raccontato il terribile segreto ai propri genitori.
  
Le indagini condotte dalla dr.ssa Roberta Licci e chiuse nell'ottobre del 2015 hanno ricostruito la vicenda, dopo la segnalazione dei servizi sociali di Botrugno. La bambina, all'epoca dei fatti di appena 4 anni si era anzitutto confidata con la cugina più grande, presso la quale si recava per fare il compiti. Quest'ultima assieme alla madre ne avrebbe parlato con i genitori della piccolina.
  
Dopo una serie di confronti ed incontri "privati" sarebbe scattata la denuncia. Sarebbero così cominciati una serie di accurati accertamenti dei Carabinieri di Maglie, consistenti in intercettazioni telefoniche ed ambientali. Inoltre si sarebbe proceduto con l'ascolto dei parenti e degli assistenti sociali (sentiti come persone informate dei fatti) che si erano occupati del caso, fino ad arrivare all'incidente probatorio del 13 maggio 2014.
  
Innanzi al gip Annalisa De Benedictis  si tenne l'ascolto protetto "con specchio unidirezionale" della bambina alla presenza di due consulenti della Procura. L'esito dell'incidente probatorio avrebbe evidenziato la capacità di testimoniare della piccola e avrebbe escluso l'"interferenza" di condizionamenti o elementi di fantasia nella testimonianza.
  
La bimba avrebbe confermato gli abusi sessuali subiti e intanto gli zii, furono allontanati dalla casa di Marittima, nella quale vivevano assieme alla piccolina ed ai suoi genitori. Invece, la bambina ed i suoi genitori sono stati trasferiti un ambiente protetto, sotto il "controllo" dei servizi sociali.
  
Invece, durante il dibattimento, è stato anche ascoltato il ginecologo che visitò la piccola, dopo i presunti abusi. Il medico affermò di non aver riscontrato segni di violenza sessuale nelle parti intime, sottolineando però che le lacerazioni, in quel lasso di tempo, si erano potute cicatrizzare.



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