Tramortita prima di essere seppellita viva: l’autopsia su Noemi

Ad ogni modo, Noemi era ancora in vita, quando fu sepolta sotto le pietre. Infatti , il medico legale Roberto Vaglio afferma “nessuna delle lesioni traumatiche, era di per sé  sufficiente cagionare la morte della giovane donna”.

Noemi-Durini

L’ipotesi è che l’aggressore abbia esercitato dapprima violenza a mezzo di percosse e poi abbia trascinato il corpo di Noemi Durini -privo di coscienza o comunque incapace di opporre resistenza- a breve distanza, per poi procedere all’attività di seppellimento sotto un cumulo di pietre.” È il quadro agghiacciante che emerge dalle conclusioni autoptiche del medico legale Roberto Vaglio.

Questa, dunque, la ricostruzione della dinamica dell’omicidio della 15enne di Specchia, scomparsa all’alba del 3 settembre. Compatibile, dunque, con la causa finale della morte, “ascrivibile ad un’insufficienza respiratoria acuta, conseguente ad asfissia da seppellimento, dovuta a compressione del torace e dell’addome, in soggetto con trauma cranico verosimilmente commotivo, cagionato dall’azione lesiva multipla di più mezzi contundenti“.

Ad ogni modo, Noemi era ancora viva quando fu sepolta sotto le pietre prelevate da un muretto a secco. Infatti ,in un ulteriore passaggio, il dr. Vaglio afferma ” nessuna delle lesioni traumatiche, era di per sè sufficiente cagionare la morte della giovane donna”. Inoltre, il momento del decesso è individuato alle prime luci dell’alba, poco tempo dopo la sua scomparsa.

Nello specifico, il medico legale individua una lesione faringea da coltello e (confermando la presenza di un frammento di lama nel cranio della vittima) altri quattro possibili segni sul cranio, dovuti all’azione di un’arma da taglio sul cranio. Non solo, anche una ferita in testa compatibile con l’azione di una pietra. Non è però ancora ben chiaro, se ciò sia avvenuto durante l’aggressione o “nel successivo tentativo di occultamento del corpo, quando la vittima era in posizione prona, con la faccia rivolta verso il suolo e la regione nucale a contatto con delle grosse pietre. ”

Non mancano poi ecchimosi in varie parti del corpo ed una ferita da taglio sull’avambraccio sinistro che non esclude che Noemi abbia lottato con l’assassino prima di perdere conoscenza, per la presenza di “lesioni da difesa, rispetto ad una possibile colluttazione”.

Dunque, conclude il medico legale,sulla sede di svolgimento dell’aggressione con mezzi contundenti, ci si può esprimere in linea con quanto ricavabile dalle dichiarazioni testimoniali, rese da L.M.” Egli dichiarò di averla picchiata a mani nude e poi accoltellata con quell’arma che l’ex fidanzato ha disegnato su un foglio di carta durante la confessione. Il coltello da cucina però non è mai stato ritrovato. L. ha dichiarato di averlo avvolto in una maglietta dopo che la punta si era spezzata e nascosto in una buca ricavata nel terreno di una campagna diversa da quella dove ha seppellito il corpo di Noemi. L.M., ora 18enne, dopo aver inizialmente confessato l’omicidio agli inquirenti, alcuni mesi dopo, ha ritrattato, attraverso una lettera consegnata nelle mani di un agente di polizia penitenziaria del Carcere di Quartucciu,in Sardegna, dove si trova detenuto. Una missiva in cui tenta di scagionarsi gettando ombre su un meccanico di Patù.

Adesso i medici legali di parte, Francesco Introna, nominato dagli avvocati Mario Blandolino e Giulia Bongiorno per conto della madre della vittima ed Ermenegildo Colosimo incaricato dagli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe per l’indagato, potranno presentare le proprie contro deduzioni.



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