Twiga a marchio Flavio Briatore, la Procura dispone il sequestro probatorio

Questa mattina la Procura della Repubblica di Lecce ha disposto il provvedimento. L’ipotesi di reato è abusivismo edilizio. Il pubblico ministero, Antonio Negro avrebbe riscontrato l’esistenza di presunte illegittimità nelle autorizzazioni.

Potrebbe iniziare con un po’ di ritardo l’attesissima estate al Twiga Beach Club di Otranto, l’ormai noto stabilimento balneare extra-lusso a marchio Flavio Briatore che ha concesso ad alcuni imprenditori salentini l’uso del nome diventato un brand di successo mondiale, come dimostra la popolarità dei suoi locali vip a Marina di Pietrasanta, Montecarlo, Dubai e Londra. Potrebbe, perché sulla struttura a picco sul mare, a due passi dalla Grotta Monaca, si sono accesi, da tempo, i riflettori della Procura di Lecce intenzionata a capire se i lavori siano stati realizzati rispettando tutte le “regole” del caso.
  
Questa mattina, però, al Twiga si sono presentati gli uomini delle forze dell’ordine che hanno sequestrato l’area su disposizione del pubblico ministero, Antonio Negro. Stop ai lavori, dunque, e inaugurazione a rischio per il lido che tanto ha fatto parlare in questi mesi e che avrebbe dovuto attirare in Salento quella fetta di turisti disposta a spendere, al giorno, cifre a tre zeri. Come atto dovuto, sono stati iscritti nel registro degli indagati, Mimmo De Santis, Presidente della società che sta realizzando l’opera e all’ingegnere progettista responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, per violazioni in materia di “abusi edilizi in zona soggetta a vincolo paesaggistico e occupazione abusiva del demanio marittimo”.
   
Il ‘cavillo’ ruota intorno all’interpretazione della norma sugli «accessi a mare» che non prevede la costruzione di simili opere su un terreno agricolo, ma permette soltanto la realizzazione di «servizi minimi» per agevolare la fruizione della costa. Insomma, secondo gli inquirenti i prefabbricati, la piscina, il solarium e la spianata realizzata per far posto al parcheggio non potevano essere realizzati in un’area tipizzata come 'agricola' nel Piano regolatore, sulla quale non sono consentite strutture ben più grandi di un chiosco quali sono quelle in costruzione.
   
Nel corso di una "visita" presso gli uffici del Comune di Otranto, erano stati acquisiti i documenti in originale relativi a concessioni edilizie e permessi di costruire, per capire se fossero conformi alla destinazione d'uso, ed era stato acquisito il Prg (Piano Regolatore Generale) per stabilire se sia possibile sul terreno classificato come agricolo su cui sorge il Twiga, realizzare uno stabilimento balneare.



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