‘Alla musica si sopravvive’… ma c’è speranza! Alezio in trepidazione per Margari e Chitarre d’Italia

‘Chitarre d’Italia’ farà tappa ad Alezio e la Storia del Rock è pronta ad infiammare la Piazza. Abbiamo parlato di musica con il deus ex machina del progetto. L’appuntamento è fissato per il 20 Maggio, in Piazza V. Emanuele II, alle ore 21.30.

I grandi nomi della musica italiana tornano ad Alezio sotto l’attenta regia del chitarrista e produttore Ivan Margari e della sua casa di produzione “Il Paese dei Balocchi Records”. La rassegna musicale “Chitarre d’Italia” continua infatti a scaldare il cuore a tutti gli amanti del rock e  l’appuntamento è fissato per il 20 Maggio, in Piazza V. Emanuele II, alle ore 21.30.

Sul palco si alterneranno artisti del calibro di Maurizio Solieri, lo storico chitarrista di Vasco Rossi, e di Fernando Proce, voce di RTL 102.5 e creatore di Radio Salentuosi, ma non solo! Sul palco ci saranno anche Ivan Margari, Giada Capraro, Giulio Rocca, Alessio Gaballo,  Pasquale Pispico, Danilo Cacciatore, Matteo Tornesello ed  Andrea Barone.

Abbiamo incontrato Ivan Margari ed abbiamo chiacchierato un po’ di musica.

Ciao Ivan, come nasce l’idea di “Chitarre d’Italia”?
Chitarre d’Italia è una rassegna itinerante che nasce un po’ per soddisfare il mio ego ed un po’ per la necessità quasi fisiologica di sentir suonare alcuni tra i chitarristi che hanno scritto la storia della musica italiana. Fin da ragazzino mi è sempre piaciuto scoprire chi ci fosse dietro le produzioni musicali e questi artisti, per me, rappresentano un  percorso di crescita personale non solo musicale ma anche umana.

Il 20 maggio, sul palco, ci sarà anche Andrea Barone, ex cantante della tua vecchia Band “Quelli della Frisa”, dobbiamo aspettarci un ritorno sulle scene?
Andrea eseguirà solo un brano, un omaggio alla nostra trentennale amicizia e all’esperienza musicale  vissuta insieme. “Quelli della Frisa” è stata un’avventura giovanile ed il pezzo che Andrea ha scelto di cantare è proprio un inno al nostro trascorso.

Ivan, fai musica da quando eri un ragazzino. Chi meglio di te può provare a spigarci  perché è tanto difficile vivere di musica in Salento?
In Salento è difficile vivere di musica perché qui i musicisti devono sopravvivere alla musica. Conosco artisti eccezionali che, dopo anni ed anni di sacrifici, sono costretti a trascinarsi tra una lezione privata ed una serata in qualche pub per sbarcare il lunario. Questa situazione è riconducibile a tre circostanze e la prima è che il musicista è visto non come un lavoratore ma come un uomo che ha scelto di coltivare un hobby. In secondo luogo il lavoro, nel nostro campo, è davvero scarso perché i locali non investono in serate a meno che non abbiano la certezza di un lucro consistente a fronte di una spesa molto bassa. Quante volte un musicista si è sentito chiedere “quanta gente mi porti?”? Alla maggior parte dei gestori dei locali interessa solo l’incasso di fine serata anche a scapito della dignità del musicista. Terzo ed ultimo motivo, mancano strutture che siano in grado di seguire gli artisti attraverso tutto il loro percorso e non stupisce, infatti, che i talenti  nostrani scelgano di andare via.  
Noi con il Paese dei Balocchi vorremmo fare proprio questo: restituire alla musica la dignità di essere un mezzo per procurarsi il pane. Non è solo un progetto imprenditoriale ma anche culturale.

Come riesci a conciliare famiglia e musica?
Non è sempre facile perché amare la musica vuol dire investirci tempo e denaro. Queste due risorse sono sottratte, inevitabilmente, alla famiglia.

Ma quindi, in ultima analisi, cosa è il Paese dei balocchi?
Il Paese dei Balocchi Records è un progetto che affonda le sue radici nel passato, è una passione trasformatasi in lavoro. Siamo un laboratorio creativo che si occupa di una vasta gamma di attività artistiche, a cominciare dalla fotografia che è la vecchia attività di famiglia e per finire alle produzioni musicali. L’idea mi è venuta nel 2015 quando mi resti conto che, nella nostra zona, non esistevano sale prove o studi di registrazione che potessero ospitare molti musicisti, quello che ho voluto creare è uno spazio che si atteggi a “paradiso della strumentazione” per l’artista, un Paese dei balocchi appunto!

Avete già curato delle produzioni?
Sì, abbiamo da poco lanciato “Il primo batterista dei Negramaro” della band  Toromeccanica. Una coproduzione con la loro etichetta discografica, la Rusty Records, e con la casa di produzione video Springo Studio.

Vagliate anche le proposte di giovani artisti poco noti?
Certo! Facciamo anche talent scouting e ti confesso che il mio sogno più grande è quello di trovare un artista talentuoso e sconosciuto da “coltivare” fino al palco dell’Ariston di Sanremo. Se riuscissi a tagliare questo immenso traguardo sarei così soddisfatto da potermi ritirare a vita tranquilla!

 Domanda di rito: ci dai qualche anticipazione sui vostri progetti futuri?
In autunno produrremo una cantante di caratura nazionale ma, per ora, non posso svelarti di più. Se il 20 Maggio sarete in Piazza a scatenarvi con noi vi daremo qualche indizio…forse!

di: Armenia Cotardo



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