“Paesaggi e vedute”, 40 dipinti in mostra a Cavallino come monito a ‘proteggere’ la bellezza

La Galleria di Palazzo Castromediano a Cavallino ospita la mostra “Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia ed altre raccolte”. Sarà visitabile dal 25 novembre 2017 al 25 febbraio 2018.

Ad un travelblogger non può sfuggire la straordinaria mole del Palazzo Castromediano a Cavallino e certamente il suo itinerario si riempirebbe di “maraviglia” alla vista della Galleria Celeste. Basterebbe questo perché un attento amante dell’arte e della cultura si soffermasse in uno dei paesi più belli del Salento, ma il visitatore può essere gratificato da un’altra straordinaria sorpresa: un viaggio nel viaggio.

Come una meta da cui ripartire, dal 25 novembre la Galleria di Palazzo Castromediano a Cavallino ospita la mostra “Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia ed altre raccolte”.  Così l’architetto Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia e curatore della mostra: “Visitare questa Mostra è un’esperienza che invita a riflettere, in quanto la Mostra è una celebrazione del mito italiano, della sua bellezza, e insieme un monito per il presente. Molte di queste vedute oggi non sono più così belle, molte sono decadute a causa dell’incuria. Un monito dunque, un richiamo a recuperare, a salvare, a proteggere”.

Amore e recupero, conoscenza e tutela. Forse i giovani aristocratici europei si sarebbero spinti fin qui, inserendo la Galleria Celeste come tappa del Grand Tour per ammirarne la straordinaria ricchezza. Noi oggi possiamo guardare ciò che il loro occhi contemplavano attraverso la vista alla mostra, direi una monografia del paesaggio.

Brillano esemplari di grande pregio e rarità spesso invisibili a molti, provenienti da collezioni italiane ed estere, in particolare inglesi. Così l’inizio del tour parte dalla definizione del genere autonomo, il paesaggio classico ed ideale, tanto caro alla cultura seicentesca da Agostino Tassi (noto alle cronache per il processo di Artemisia Gentileschi) in mostra con un antesignano capriccio fantastico, al lirismo pastorale di Filippo Napoletano che sofferma il suo sguardo sulle rovine antiche come il celebre Pannini.

Gaspar-Van-Wittel-Golfo-di-Napoli
Gaspar Van Wittel, Golfo di Napoli

Rari due semplari: il paesaggio di Pietro da Cortona, più noto affrescatore della grandiosità barocca e di Salvator Rosa che trasfonde la sua magica inquietudine in un albero frastagliato addossato ad uno sperone di roccia. Il Bergognone usa il paesaggio come sfondo leggendario mentre Dughet ha un respiro quasi ottocentesco.  Non può mancare Canaletto autore di capolavori, ottenuti con la camera oscura, il cui il lenticolare pennello capta e ferma un istante quasi fotograficola veduta di Venezia, città protagonista assoluta più volte ritratta nella mostra di Cavallino da Marieschi, Bison, Pritchett, e da Ippolito Caffi qui con una Veduta di Venezia con il campanile di San Marco nella nebbia, che non può lasciare lo spettatore indifferente. Di scuola veneta Marco e Sebastiano Ricci e Guardi con le sue macchie intense e i suoi potenti chiaroscuri.

Grande interesse storico suscitano le vedute rappresentanti eventi importanti con feste e celebrazioni, che mostrano monumenti e scorci ormai perduti, come la piazza san Pietro prima del Colonnato berniniano o il Porto di Civitavecchia. Ancora bellissimi esemplari di scuola napoletana e della Scuola di Posillipo e un inedito Massimo D’Azeglio in veste di pittore. In tutto i dipinti in mostra sono 40 e a corredo un catalogo esauriente edito da De Luca Editori d’Arte, con testo critico  del curatore Francesco Petrucci e i contributi dell’on. Gaetano Gorgoni, Di Bruno Ciccarese Gorgoni, Sindaco di Cavallino e Fulco Ruffo di Calabria.

La mostra sarà visitabile dal 25 novembre 2017 al 25 febbraio 2018



In questo articolo: