La “pietra d’inciampo” a Copertino. Il monumento diffuso della Memoria di Demnig

Arriva a Copertino, l’8 gennaio, la “pietra d’inciampo”. L’installazione è parte di un’opera diffusa in tutto il mondo, parte di un monumento della memoria.

pietra

Così S. Paolo nella lettera ai Romani, 9, 32-22 “Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge. E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante le opere. Hanno urtato contro la pietra d’inciampo, come sta scritto: Ecco, io pongo in Sion una pietra d’inciampo e un sasso che fa cadere; ma chi crede in lui non sarà deluso.”

Pietra di inciampo e sasso che fa cadere: le parole chiave che hanno ispirato l’opera dell’artista tedesco Gunter Demnig. L’iniziativa è partita a Colonia nel 1995 e ha portato all’installazione di oltre 60. 000 “pietre” Stolpersteine in vari paesi europei: Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Ucraina, Slovenia, Croazia, Romania ed Russia. L’ 8 Gennaio 2018, Copertino entra a far parte di questo grande e straordinario monumento diffuso della Memoria, unendo la sua memoria a quella di tutte le vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione.

Da 30 anni Gunter Demnig ha dedicato la sua vita e il suo lavoro alla memoria di tutti i deportati, razziali, politici, militari, religiosi, disabili, rom e omosessuali, in tutto il mondo. L’iniziativa consiste nell’incorporare nel selciato stradale delle città dei blocchi in pietra ricoperti al di sopra con una piastra di ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm), davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, o nel luogo in cui furono fatte prigioniere, sulla quale sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intendono ridare individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero.

L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera. Alla presenza dell’artista Gunter Demnig sarà collocata a Copertino la “pietra d’inciampo” in ricordo di Giovanni Polo morto a Mauthausen.

Una riflessione della professoressa Sandrina Schito Sindaco di Copertino: “Su quelle piccole e discrete sculture il nostro piede inciampa e la nostra memoria si costruisce e si rinnova. Forse, un giorno, impareremo a far scivolare il piede senza toccarle. Ma finché abbiamo bisogno di inciampo dobbiamo calpestarle… per raggiungere il nome che è sulla pietra”. Aggiunge l’Assessore ai beni e alle attività Culturali Cosimo Lupo, “ Le pietre di inciampo sono un progetto animato da ragioni etiche, storiche e politiche, ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig. Un semplice sampietrino, come quelli che pavimentano le strade di molte città europee, reca incisi sulla superficie superiore di ottone pochi dati identificativi: nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte, quando conosciuta. E’ collocato sul marciapiede prospiciente l’abitazione dei deportati. Le date ci dicono se da quella porta è passato un neonato ancora incapace di camminare o un vecchio che si appoggiava al bastone, un uomo giovane e forte, una donna incinta.”

Il progetto è a cura di Dario Chiriatti in ricordo e memoria di Giovanni Polo nato a Copertino il 5 Gennaio 1910. Il 19 Settembre 1943 le SS deportano in Germania 2.000 persone circa. Giovanni Polo è il trasporto N. 2 (secondo la numerazione stabilita da Italo Tibaldi). Entra nel campo di Dachau il 22 Settembre 1943. Tutti i deportati vengono immatricolati con il Triangolo Rosso dei “Politici”. Polo ha la Matricola N. 54507. Raramente un deportato rimaneva nel medesimo lager per tutta la durata del suo internamento. I prigionieri arrivavano, partivano, ritornavano, morivano e tutto era regolarmente registrato nel Zugangsbuch (Libro di Entrata) e nel Totenbuch (Libro dei Decessi). Il 6 Dicembre 1943 la Direzione SS di Dachau assegna 178 deportati al campo di Mauthausen.Il Trasporto N. 13 entra a Mauthausen il 9 Dicembre 1943.A G. Polo viene assegnata la Matricola N. 40708. Trasferito al sottocampo Wien-Schwechat, Giovanni Polo muore il 6 Giugno 1944.

Alla cerimonia parteciperanno la Prof.ssa Sandrina Schito – Sindaco di Copertino, il Prof. Sebastiano Leo – Assessorato Istruzione – Regione Puglia, l’artista Gunter Demnig. le letture saranno a cura degli Studenti del Liceo Statale “Don T. Bello” impegnati nel Progetto “Una piccola luce. I Giusti, ieri e oggi”. Partecipano Kalophonix diretti dal M° Alessandro Augusti. Così ci rammenta Gunter Demnig “Ogni volta che incido i nomi, lettera dopo lettera, ricordo a me stesso che dietro quel nome c’è un singolo individuo. Bambini, uomini e donne che erano vicini di casa, compagni di scuola, amici e colleghi. E ogni nome evoca un’immagine. Vado nel luogo, nella strada, davanti alla casa dove la persona viveva. L’installazione di ogni Stolperstein è un processo doloroso ma anche positivo perchè rappresenta un ritorno a casa, almeno della memoria di qualcuno”.



In questo articolo: