Emozioni al Politeama Greco per “La Bohème” di Puccini. Si replica stasera

Grande successo al Politeama Greco di Lecce per “La Bohème” di Giacomo Puccini. Si replica stasera alle 18.00. L’intramontabile classico inaugura l’edizione 2018 di “Opera in Puglia”.

Sarà il fascino eterno della Ville Lùmiere, l’ambientazione evocativa del clima parigino, l’immaginario che identifica la fine dell‘800 come il momento storico che ha segnato la svolta e innovato l’arte, la letteratura, la musica, la poesia, forse per tutto questo ma semplicemente perché è un capolavoro, certamente “La Bohème” di Giacomo Puccini è una delle opere più celebri ed amate di tutti i tempi.

Sull’opera hanno scritto i critici più acuti, hanno disquisito i melomani più tenaci, ma le sue arie sono entrate nel racconto collettivo e non è difficile, nei giorni più freddi invernali, sentire l’incipit della celebre “Che gelida manina” accennata con struggente malinconia. È davvero superfluo aggiungerne altre parole, ma ogni volta che questo spettacolo così suggestivo torna in scena, l’amore per l’arte si rinnova, e si ricade inevitabilmente in quel vortice di sentimenti e sensazioni mai appagate.

Venerdi 12 aprile (con replica in pomeridiana domenica, 15 aprile alle ore 18.00) è tornata sul palcoscenico del teatro Politeama “La Bohéme” di Giacomo Puccini, con la direzione artistica di Giandomenico Vaccari e il coordinamento artistico di Maurilio Manca.

Grandi applausi al Politeama Greco

L’opera è stata proposta nell’allestimento del Teatro Petruzzelli di Bari, con scene realizzate nel 2008 per il Teatro Piccinni e la regia del catanese Alessandro Idonea. Gianluca Martinenghi, direttore musicale del Teatro Nazionale della Macedonia, ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento OLES.

Il cast è composto dal soprano napoletano Valeria Sepe (Mimì), il tenore franco-tunisino Amadi Lagha (Rodolfo), il baritono pugliese Roberto De Candia (Marcello). E ancora, in scena Italo Proferisce (Schuanard), Dario Russo (Colline) e Diana Tugui (Musetta). Dirige il Coro Emanuela Aymone, mentre il maestro del coro di voci bianche è Luigi Mazzotta.

La Bohème è un’opera in quattro atti di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Nel 1896, al Teatro Regio di Torino, andò in scena la prima rappresentazione diretta da un giovanissimo Arturo Toscanini. Il lavoro è tratto da un romanzo di quarantacinque anni prima – Scenes de la vie de Bohème – dello scrittore francese Henri Murger; la scelta del soggetto era stata motivo di un celebre alterco con Ruggero Leoncavallo anche lui interessato al testo di Murger. All’indomani della prima, la critica non sembrò unanime, ma presto Bohème sancirà il successo inarrestabilmente di Giacomo Puccini, proiettando l’opera in un orizzonte europeo e internazionale.

La storia è nota

Nella Parigi del 1830 si incrociano le vite degli artisti bohèmiennes, Marcello, Schaunard, e Coline, ma al centro dell’intera vicenda vi è la storia d’amore tra il poeta Rodolfo e la bella Mimì, vittima di un male che accomuna molte delle eroine letterarie dell’800, la tubercolosi. Tra la passione ritrovata di Marcello per la bella ed estroversa Musetta, le schermaglie di quest’ultima e l’allegria dei quattro amici, si consumerà il dramma della povera “rappezzatrice” Mimì, che ben presto morirà precipitando Rodolfo nella più profonda disperazione. La soffitta mal riscaldata e non pagata, i colori del Cafè Momus nel Quartiere Latino, all’ interno del quale si incontrano gli amici, i fiocchi di neve che cadono lievi sulla coppia di innamorati, la gioiosa entrata delle voci dei bambini che si rincorrono sul palco, inseguendo palloncini rossi, tutto ha contribuito a rendere indimenticabile “La Bohème”.

Il cast

Al Teatro Politeama, sin dall’apertura del sipario, è emersa una notevole compattezza scenica e una felicissima integrazione dei timbri vocali. Da sottolineare, oltre la osmosi canora, la sicura interpretazione recitativa che ha accompagnato tutta la rappresentazione destando attenzione e plauso.

Rodolfo, il tenore franco-tunisino Amadi Lagha, ha convinto soprattutto nelle scale ascendenti degli acuti, che hanno registrato appalusi al termine delle arie di pertinenza.

Valeria Sepe si è distinta magistralmente nella sua interpretazione vocale di Mimì, con una voce salda, dal corpo pieno ed intenso, sostenuta nei passaggi e coerente in totale pienezza. Il duetto tra Mimì e Rodolfo, che innesca il meccanismo di presentazioni e disvelamenti, in chiusura del primo atto, è stato senza dubbio, un momento molto intenso, seguito dall’ apprezzamento del pubblico.

Roberto De Candia (Marcello) e Diana Tugui (Musetta) hanno interpretato brillantemente l’altra coppia in scena, tra schermaglie e ritorni,  con voci intrecciate alla brillante recitazione.

E ancora, in scena Italo Proferisce (Schuanard), Dario Russo (Colline) hanno contribuito efficacemente alla sinergia con il gruppo dei bohèmiens, con una scioltezza interpretativa complice e sicura. Emanuela Aymone ha diretto il coro con puntuale creatività, integrando perfettamente le entrate e curando le modulazioni vocali, mentre Luigi Mazzotta ha diretto il coro di voci bianche che hanno reso lieve il vociare del quartiere latino, colorato e festoso, in corteo dietro lo scanzonato Parpignol.

La scenografia tradizionale nell’ambientazione, merita interesse per l’espediente formale del piano inclinato che insiste fino a lambire il proscenio, a garanzia di una maggiore interazione dei cantanti con il pubblico, sia utile alla modulazione delle voci in cavea.

Il Libretto di sala, agile e graficamente gradevole, contiene tutte le informazioni sullo spettacolo, con note di regia a cura di Alessandro Idonea, trama e testo critico di Fernando Greco e discografia ragionata a cura di Eraldo Martucci.

Si replica, stasera alle 18.00, con lo stesso cast.



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