Il barocco leccese spiegato ai nostri figli da Giovanni Matteo. Presentato un libro sulla chiesa di Santa Croce

Presentato in anteprima, nella giornata di ieri, il volume “Santa Croce, misteri di un libro di pietra, dedicato ai curiosi”. si può leggere in poco tempo, ma contiene tantissimi particolari su una delle chiese più belle e famose d’Italia.

Santa Croce a Lecce
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Un momento della presentazione

È stato presentato nella giornata di ieri il libro di Giovanni Matteo dal titolo “Santa Croce, misteri di un libro di pietra, dedicato ai curiosi”. Una chicca la produzione del docente di Cutrofiano formatosi presso l’Accademia di Belle arti leccese, artista e al tempo stesso artigiano nella realizzazione di un’opera così originale.

Illustrazioni e testi sono dello stesso autore, coadiuvato nella redazione da Luciano Pagano, per le edizioni  Musicaos di Neviano. Si può leggere in un’ora, perché ha poche pagine, ma contiene tante delizie all’interno, tanti disegni artistici, tante figure arricchite dall’interpretazione di ogni particolare di una delle chiese più famose d’Italia.

“I miei capelli ricci e le labbra carnose vi dicono che sono un fiero combattente dell’Impero ottomano”

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La copertina del volume

Ogni capitello, ogni stemma è mirabilmente commentato e spiegato fra racconto e fumetto, adattato ad uso di ogni studente, in un linguaggio agile  e chiaro, ma sapiente nel ritrovare il cuore di Lecce, il suo ghetto ebraico, devastato per lasciare il posto alla straordinarietà del monumento salentino per eccellenza.

Come ha avuto modo di precisare il prof. Rosario Ligori che ha presentato ieri l’opera presso la Sala Scuderie del Palazzo ducale Filomarini di Cutrofiano, il risultato non può che risultare prezioso per i turisti (traduzione a fronte in lingua inglese), ma soprattutto per curiosi e non addetti ai lavori.

L’attrazione fatale della chiesa leccese, la facciata con una pietra che parla è presente e vive in un volume dalle cento risorse.

Nel libro non manca un ringraziamento a due instancabili ricercatori, al padre dell’autore Salvatore Matteo e  a Giovanni Giangreco per i preziosi consigli ricevuti.

Passione enorme per la rappresentazione e per la favolistica, Giovanni Matteo riesce con estrema facilità a contestualizzare la storia del periodo collegandola ai personaggi legate al monumento, alle manifestazioni artistiche e culturali e alla simbologia presente in essa.

Lodevole, insomma, sia la creazione di Giovanni Matteo che il sapiente progetto grafico di  Adriana Adamo. Nella bibliografia, infine,  non potevano mancare le citazioni delle maggiori opere di Michele Paone e Vincenzo Cazzato sul barocco leccese.

Fausto Melissano



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