World Dance Festival, un viaggio nel mondo della danza all’Hotel Tiziano

Grande successo per la prima giornata del World Dance Festival, organizzato dall’Associazione salentina Unione Danza che ha trasformato (e trasformerà) il capoluogo salentino in capitale della danza.

Varcare la porta dell’Hotel Tiziano e ritrovarsi in un viaggio intorno al mondo: c’è la solarità e il calore dell’Africa, la raffinatezza e la sensualità dell’Oriente, l’energia e la vitalità dell’Europa. Ma anche un viaggio nel tempo: dagli anni ’20 con il Charleston ai mitici ’50 con l’intramontabile riferimento a Greace con i suoi giubbotti di pelle, le gonne a ruota e la brillantina. Merito del World Dance Festival che a passo di danza ha fatto ballare i tanti, tantissimi ‘professionisti’ provenienti da ogni parte del mondo che si sono esibiti sul palco, ma anche i presenti che non hanno resistito ai ritmi coinvolgenti delle musiche che hanno accompagnato le performance. Un numero di poco più di tre minuti che nasconde tutto un mondo fatto di sacrifici, di prove, di sbagli e sorrisi come dimostra il ‘dietro le quinte’ fatto di mamme orgogliose, di ballerine che ripassavano la coreografia, di bambini che si incoraggiano a vicenda.
  
Insomma, quello andato in scena all’interno della struttura all’ingresso di Lecce è molto più di un concorso di danza internazionale anche se i ballerini piccoli e grandi sono stati giudicati dalla direttrice della scuola del balletto di Roma Paola Iorio e dai professionisti di fama nazionale e mondiale come Lubna Emam, un’artista straordinaria capace di trasmettere con il corpo e lo sguardo energia, carisma ed eleganza: «Ho iniziato a ballare a nove anni in Egitto con le danze folcloristiche, un po’ come la vostra pizzica, e fin dall’inizio ho capito che la danza e in particolare la danza orientale è un linguaggio universale che non conosce confini. Non servono parole per capirsi, sono i movimenti che parlano. È l’arte che fa da ‘interprete’. Inoltre, è l’unico genere che fa funzionare tutto il corpo – racconta – bisogna avere ‘feeling’ con se stessi. La cosa importante è capire che serve continuità, per non essere una cometa. Non bisogna rinunciare alle prime difficoltà».
 
«La danza può servire a far conoscere anche ciò che si ignora – aggiunge Nabil Salameh cantautore e giornalista palestinese – può essere un anello di congiunzione tra due mondi che spesso si fraintendono e che si possono avvicinare a passi di danza».
 
Il senso di questa manifestazione è tutto racchiuso in una piccola ballerina della categoria Under 7 che dopo aver finito la sua esibizione davanti alla giuria senza un minimo di esitazione, forse soddisfatta della sua prestazione, si è diretta a testa alta verso l’uscita. Poi è tornata indietro: «ho dimenticato l’inchino» ha detto alla presentatrice che le ha chiesto come mai ci tenesse così tanto «perché è bello –  ha risposto –  e perché è un segno di rispetto».
 
 Ma sul World Dance Festival come da programma non cala il sipario: si continua anche oggi e nel primo weekend di aprile.



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