Dodici brani musicali racchiusi in un’unica parola: Babilonia.
La musica che unisce attraverso ritmiche che sconfinano l’Italia meridionale per raggiungere i lembi opposti dell’Adriatico e musicisti turchi, libanesi e armeni, che si armonizzano in un unico sound. Un melting pot di cultura, tradizione, musica e lingue diverse che si armonizzano in un messaggio universale. Il ‘diverso’ diventa ‘simile’, la tradizione diventa attualità e l’amicizia nasce con una collaborazione musicale vincente.
La BandAdriatica presenta il suo ultimo lavoro musicale prodotto da Finisterre, promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record e distribuito in Italia e all’estero da Felmay. Babilonia è l’incontro e la fusione musicale del dialetto salentino con la musica balcan e afro.
Un giorno qualunque i componenti dell’ensemble salentina incontra Rony Barrak, percussionista libanese che lavora con musicisti armeni e turchi. Si prova insieme, si chiacchiera, si decide di partorire un progetto musicale che unisca i rispettivi popoli, le loro culture musicali. Inizia l’ascolto, si traduce l’emozione ricevuta dall’incontro con l’altro e nasce una melodia nuova, un fil rouge che unisce sentimenti e linguaggi tradizionali a musiche e testi inediti che narrano il viaggio esperenziale fatto. I componenti dell’originale gruppo musicale da dieci anni si mettono in gioco continuamente interpretando parole, sentimenti e emozioni percepite nell’incontro con il nuovo e traducendo tutto ciò in testi.
In Babilonia la commistione è perfetta: popoli diversi uniti dal linguaggio universale della musica perché “non è più tempo di lasciarsi dividere, noi siamo figli degli stessi racconti” e poiché a Babilonia adesso tutto è possibile anche nella moderna società in confusione, è possibile la comprensione e lo scambio. La distanza si annulla con la musica, si perde il senso del confine e ci si sente uniti a diverse culture.
Claudio Prima, voce e autore del brano che diventa il titolo del cd della BandAdriatrica, sostiene la contaminazione musicale e sottolinea quanto alcuni concetti siano facilmente veicolati dal linguaggio musicale e dal dialetto salentino che nella sua struttura è semplice. Quindi non è casuale la scelta di brani scritti completamente in dialetto, come La Capu, Pizzica Balkan e Me perdu.
La spinta che porta a viaggiane ed esplorare nuovi mondi musicali, a conoscere melodie e stumenti musicali nuovi, è la curiosità. Gli otto musicisti allargano la propria residenza a nuovi paesi, respirano le tradizioni di quei luoghi, si riconoscono in essi e li fanno propri. Ritornano nella terra d’origine e trovano il modo ideale di regalare a chi li ascolta la magia vissuta fuori dal Salento, in questo caso nelle terre dell’Adriatico che si trovano opposte geograficamente a quelle italiane.
Musica come alchimia e incontro, Babilonia come frammentazione di culture e linguaggi che, però, si uniscono attraverso le note musicali che ovunque restano le stesse.