“Le famiglie arcobaleno non esistono”. Anche Emma Marrone nella ‘protesta social’ contro il ministro Fontana

Anche la cantante salentina Emma Marrone si è unita alla ‘protesta social’ contro le parole del ministro leghista Lorenzo Fontana secondo cui Famiglie Arcobaleno ‘non esistono’. 

«Le famiglie arcobaleno? Per la legge non esistono». Era inevitabile che le parole del ministro della famiglia, Lorenzo Fontana sollevassero un polverone, non solo nella comunità LGBT.

In una lunga intervista, pubblicata poco dopo il giuramento al Quirinale della squadra del governo del cambiamento, il politico leghista aveva annunciato la sua “formula” per incentivare le nascite e sostenere la famiglia “naturale”, quella formata da una mamma e da un papà.

Affermazioni che hanno indignato non solo chi si è battuto per anni affinché le unioni omosessuali venissero riconosciute dalla legge, ma anche tanti personaggi pubblici che hanno inondato i social di hashtag: da #noiesistiamo a #arrestatecitutti utilizzato dalla cantante salentina Emma Marrone, che ha condiviso uno scatto che la ritrae mentre canta con in braccio un bimbo con le guance dipinte con i colori dell’arcobaleno.

Non è la sola: c’è anche Tiziano Ferro che ha detto la sua in una storia su Instagram: «Non voglio supporto, mi basterebbe smettere di sentirmi invisibile» ha scritto il cantante in italiano, inglese e spagnolo ha scritto l’artista che ha fatto coming-out nel 2010. “Presente” anche Erma Metal.

L’artista si era presentato con una bandiera arcobaleno disegnata sul volto sul palco del Festival di Sanremo quando era in gara tra le Nuove Proposte con il brano «odio le favole».

Travolto dalla querelle, il ministro Fontana ha cercato di gettare acqua sul fuoco in una lettera pubblicata dal Tempo: «Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2) La reazione di certi ambienti che fanno del relativismo la loro bandiera è stata violentissima».



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