​Emergenza coste. Sindaci salentini in Regione, ma sembra più un festival delle assenze

Malgrado l”™assenza di tutte le Capitanerie di Porto e di alcuni sindaci dei Comuni interessati dalle ordinanze, l”™audizione nella V Commissione ha chiarito un punto fondamentale: per l”™Autorità di Bacino il PAI non puè² essere chiamato in causa per chiudere le coste

Doveva essere la madre di tutte le battaglie contro l’erosione delle coste e soprattutto contro i provvedimenti assunti per evitarne i rischi. Doveva essere un tavolo di concertazione per far sentire agli assessori regionali il grido di allarme dei Primi cittadini delle comunità rivierasche del Salento interessate dalle ordinanze delle Capitanerie di Porto di Otranto e Gallipoli, che limitando tanti chilometri di costa alla fruizione turistica ed alla balneazione per  motivi di pubblica incolumità, bloccavano di fatto le attività economiche del settore proprio nel momento clou della stagione.
 
Doveva essere la sede in cui tutti i “contendenti” chiamati in causa si sarebbero chiariti dal momento che in una loro riunione ad Andrano, a fine maggio, i Sindaci avevano addirittura espresso seri dubbi sul fatto che fosse di pertinenza delle Capitanerie vietare l’accesso alla costa dal momento che l’Autorità di Bacino e le amministrazioni comunali stesse venivano ritenute più competenti in materia.  
 
Doveva essere la sede in cui l’assessore Angela Barbanente avrebbe fatto presente gli “errori” del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti nel rispondere ad un’interrogazione presentata da Salvatore Matarrese e da Antimo Cesaro in cui si chiedeva di valutare l’opportunità di riservare parte delle risorse previste dalla Legge di stabilità 2014, e destinate proprio al contrasto del fenomeno del dissesto idrogeologico in Italia, per far fronte ad immediati interventi di messa in sicurezza della costa pugliese interessata dal crollo delle falesie. Il Ministro aveva risposto «che già dal 2010 erano stati programmati e finanziati dal Ministero dell’Ambiente 84 progetti di cui 5 ricadenti proprio nel territorio di Lecce per un importo complessivo di oltre 194 milioni di euro»  ma comunque aveva richiesto alle Regioni di segnalare eventuali nuovi criticità e a tal proposito la Puglia aveva iscritto 99 interventi in Puglia, di cui solo 9 nella provincia di Lecce e tra questi uno solo per la stabilità nella falesia in località Torre dell’Orso per un importo di due milioni di euro.
 
Insomma, doveva essere una grande audizione ma invece si è trasformata nel festival degli assenti. Erano presenti soltanto i primi cittadini di Melendugno, Diso, Andrano, Tiggiano e Racale, oltre all’assessore Francesco Pacella della Provincia di Lecce. C’era anche l’assessore regionale al demanio Leonardo Di Gioia e l’Autorità di Bacino ma ad aver disertato l’incontro sono stati tutti gli altri Sindaci convocati, le Capitanerie di Porto, gli assessori Barbanente e Giannini (entrambi impegnati a Roma per motivi istituzionali) e molti dirigenti regionali.
 
Così il famoso elenco degli interventi che la Regione avrebbe segnalato al Ministero – a dispetto di quanto dichiarato da Galletti – non si è avuto e perciò fino a prova contraria le parole del  Ministro restano pietre.
 
L’Autorità di bacino ha dichiarato che «il PAI del 2006 non è uno strumento adatto da usare come paradigma per le ordinanze sulla costa bensì un piano idrogeologico utile a tutti gli effetti per prevenire alluvioni e frane. Ed ha annunciato dei sopralluoghi nel Salento: il 27 giugno a Gagliano e Castrignano del Capo, il 30 a Racale, Tiggiano, Tricase e Alessano». Il 3 luglio la V Commissione  si riunirà nuovamente per soffermarsi sull’importante risvolto delle risorse economiche con cui affrontare gli interventi strutturali che occorrono.
 
Il Presidente, Donato Pentassuglia, stizzito dall’assenza delle  Capitanerie di Porto di Otranto, Gallipoli, Brindisi e Manfredonia ha fatto sapere che invierà  al Ministro competente i telegrammi con cui li aveva convocati  stigmatizzando la loro assenza e la mancanza di rispetto per la Commissione.