​PD con il fiatone: continua la crisi anche dopo le elezioni. E Bianco lascia la segreteria

Il Partito Democratico registra un sensibile calo di consensi. Resta a galla, riportando un risultato meno consistente della civica Lecce Citta’ Pubblica. Il presidente Emiliano non aiuta, anzi, rema contro.

Il Partito Democratico a Lecce insegue a fatica il centrodestra, ma esulta per essere approdato ad un ballottaggio che mancava da 20 anni. Fanno meglio del Pd anche le civiche: Lecce Città Pubblica sbanca nel centrosinistra con un risultato che dà la misura dello stato di salute del Partito Democratico e che si attesta all’ 8,59%, 4.353 voti complessivi.
 
Precipita sotto il 10% la colonna portante dello schieramento leccese a sostegno di Salvemini e probabilmente paga lo scotto della riconferma di un leader nazionale controverso. Paga certamente il prezzo di lotte intestine, scissioni nazionali quanto locali e correnti inconciliabili al suo interno. Emiliano gli dà il colpo di grazia dichiarando apertamente che il risultato su Lecce sia il peggiore di sempre se messo a paragone con il 10% incassato da Loredana Capone, 5 anni fa. Come se non fosse abbastanza, il presidente Emiliano dà prova della sua “trasversalità” sollecitando un accordo con il candidato giunto terzo al primo turno Alessandro Delli Noci.
 
I veleni della campagna elettorale affiorano con la resa dei conti: Emiliano dichiara di non essere stato stato invitato al comizio di chiusura della campagna elettorale di Salvemini, Bellanova prevedibilmente in posizione antitetica supporta il risultato del Pd e lo incensa; Fitz Massa, invece, fa dichiarazioni durissime nei riguardi del Presidente della Regione. Tutti contro tutti nella periferia leccese del Partito Democratico che sorregge un candidato sindaco, Salvemini, mai appartenuto nella sua vita politica al Pd.
 
In affanno, ma non in caduta libera, il Partito Democratico sceglie scientemente, in tutti i comuni al voto, di non sfoggiare il volto del proprio leader nazionale, conscio dalla impopolarità dello stesso e temendo un nuovo invalidante risultato come quello del referendum del 4 dicembre, riassumibile come una bocciatura tout court del Segretario Nazionale.
 
Al netto dei numeri emersi dalla consultazione popolare, Salvemini totalizza un risultato personale importante, piace ai leccesi, ci mette la faccia, gioca una campagna elettorale corretta e strada per strada, raccogliendo 15.092 attestati di fiducia.
 
Oggi, intanto, la segreteria provinciale del Pd perde un altro pezzo dopo gli addii all'indomani del risultato delle primarie. Questa volta a rassegnare le dimissioni ‘immediate e irrevocabili’ è Pierluigi Bianco che in una lettera punta il dito proprio contro la Segreteria provinciale che «stante agli sms di convocazione, non viene riunita da oltre un anno e che quindi appare ormai, e di fatto lo è, un inutile orpello senza alcuna capacità di azione fattiva. Non una riunione di segreteria, seppur da me personalmente sollecitata, sul referendum del 4 dicembre, in cui ho appreso le tue posizioni sugli organi di stampa, non una riunione di segreteria nella fase organizzativa del congresso nazionale del Partito, non una riunione di segreteria in merito alle elezioni amministrative 2017».
   
«Quando si parla di primato della politica, di radicamento del partito, di organizzazione politica, di condivisione delle scelte, di spirito collettivo, senza però praticare effettivamente tali principi – continua –  si rischia di incorrere in incongruenze ed incoerenze che definire imbarazzanti è un eufemismo».