L’affaire filobus: reazioni a catena dalla politica locale

Il filobus non si può smontare, ma la politica locale non perdona a Salvemini i suoi proclami fatti in campagna elettorale. Reazioni forti dal centrodestra.

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A smontarsi, pezzo per pezzo, è la convinzione di poter liberare finalmente la città da quella scellerata opera che risale ai tempi in cui Lecce era amministrata da Adriana Poli Bortone. Si smonta, altresì, pezzo per pezzo, la più importante tra le argomentazioni utilizzate in campagna elettorale dall’attuale sindaco, Carlo Salvemini, che buona parte ha avuto in quei consensi che largamente gli hanno permesso di trionfare sul centrodestra. . Ma a smontarsi non è il filobus, l’unica, tra tutte queste cose, che i leccesi speravano e credevano di potersi lasciare definitivamente alle spalle.

“Nell’incontro con Delrio è stato ribadito il pericolo di incorrere in una procedura per danno erariale nel caso in cui si procedesse alla rimozione di pali e fili, prima dell’estinzione del mutuo, fissata nell’anno 2035”, una dichiarazione chiara e univoca quella del Sindaco in carica che, come prevedibile, ha generato un effetto domino e scatenato reazioni al vetriolo della politica locale. “Sulla vicenda filobus, purtroppo, avevo ragione. Esiste un mutuo ed un relativo piano di ammortamento di un finanziamento pubblico. Per cui, sino a quando sarà in piedi il mutuo, il filobus non potrà essere rimosso. Ahinoi, certo, ma questa è la verità. L’ho detto in campagna elettorale, l’ho detto in tutti i confronti pubblici. Ciononostante ho sperato – e spero – che il Sindaco trovi una qualche soluzione insieme al Ministero e alla Regione. Per questo volevo raccogliere il suo invito – poi di fatto ritirato – e dargli man forte nell’incontro romano” – irrompe così, nella vicenda, Mauro Giliberti, ex candidato sindaco del centrodestra.

E propone: “Nel frattempo, mi permetto di consigliare ciò che dico da febbraio, visto che la Regione non riconosce i costi del filobus e lo finanzia in termini di servizi minimi come un normale autobus, si spenga il sistema filoviario e lo si sostituisca con autobus ecologici. Con meno risorse si avrebbe una frequenza doppia e si potrebbero trovare le risorse per costruire parcheggi”.

“Peccato aver perso questi mesi, in cui avremmo potuto fare grandi cose per i trasporti (anche per le marine) e per i parcheggi – conclude con rammarico Giliberti – il mio programma elettorale, non la mia persona, è una risorsa importante perché è un lavoro serio e partecipato. Rinnovo l’invito al Sindaco ad approfondirlo, nell’interesse della città”.

Più aspri e, nondimeno ironici, sono i toni del coordinatore di Noi con Salvini, Leonardo Calò: “ Sul filobus Salvemini si è comportato come un Cetto Laqualunque. Apprendiamo ufficialmente che la principale promessa elettorale del Sindaco di Lecce era una bufala o per meglio dire soltanto fumo gettato negli occhi degli elettori. Come un “Cetto La Qualunque” qualsiasi, Carlo Salvemini ha pensato bene di spararla grossa in campagna elettorale sapendo di toccare un tasto dolente senza nemmeno informarsi se ciò che prometteva si sarebbe potuto o meno realizzare. Tanto che importa, quello che serviva era raccontare qualcosa per riempire un programma”.

Eppure, la conferenza stampa indetta dal Sindaco, questa mattina, doveva servire a fugare ogni dubbio sulla questione e chiarire i fatti, ma sembrerebbe non aver placato gli animi dei suoi avversari politici.
Sull’affaire filobus, di diverso avviso era anche l’attuale alleato di Salvemini, Alessandro Delli Noci, nonché suo vice sindaco. L’ex di Perrone, infatti, non si è mai espresso a favore dello smantellamento della costosa opera, ritenendo che l’iter fosse impervio e con condizioni troppo sfavorevoli per le casse comunali.



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