Andriukaitis, Martina ed Emiliano a Lecce, ma la Xylella sembra ancora avere la meglio

Dal vertice di oggi in Prefettura con il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina e il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriutkatis una sembra la certezza: bisogna abbattere gli ulivi malati per salvare gli altri.

La mattina dello Xylella-day era iniziata con la protesta dei florovivaisti salentini ridotti al collasso dall’impossibilità di mettere in commercio i prodotti delle loro aziende a causa del contagio dal batterio killer che li ha costretti ad un autentico ‘fermo imprenditoriale’. Poi ecco che nel pomeriggio il clima si fa più torrido e non soltanto da un punto di vista meteorologico. La Prefettura diventa a tutti gli effetti una sorta di quartier generale dove discutere con tutte le forze in campo di un emergenza che sembra aver perso tutti i criteri tipici dell’emergenza per trasformarsi in una cronicità dalla quale anche e soprattutto le aziende olivicole stentano a riprendersi. A presentarsi a casa del nuovo inquilino della Prefettura leccese, Claudio Palomba sono il Commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, il ministro dell’agricoltura del governo italiano, Maurizio Martina, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, il commissario per l’emergenza, Giuseppe Silletti, e  Donato Boscia, del Cnr di Bari, insieme a tutte le rappresentanze del territorio, da quelle più istituzionali a quelle associative.
 
Di fotografie del batterio killer in questi mesi ne sono state fatte tante, forse troppe e per questo la riunione di oggi assumeva un’importanza strategica dal punto di vista del ristoro economico che è ciò a cui più tengono in questa particolare fase i diretti interessati. Non solo per una sorta di giusto e necessario ‘sollievo’ per le casse ormai svuotate da mesi e mesi di improduttività quanto per il rilancio stesso del settore agricolo, da sempre fiore all’occhiello dell’intera regione. Undici sono i milioni messi in campo con la dichiarazione dello stato di calamità, per la prima volta in Italia associato a una fitopatia sanitaria. Nei prossimi 45 giorni le aziende interessate potranno presentare le domande alla Regione.
 
Su una cosa però non c’è stata alcuna possibilità di dialogo: l’eradicazione degli ulivi della fascia di Oria andrà portata a termine poiché gli alberi, condannati a morte, analisi alla mano, sono risultati gravemente malati e quindi potenzialmente in grado di estendere il contagio.
 
«Ci sentiamo molto vicini alla Puglia, siamo pronti a sostenere la sua economia. Ma quello che ho visto oggi mi preoccupa. È una situazione che può espandersi. Abbiamo perso molto tempo e ogni giorno si mettono gli ulivi a rischio. Bisogna abbattere gli ulivi ammalati per salvare gli altri –  ha detto il commissario Andriukaitis – Il focolaio di Oria per ora è l’unico fuori dalla provincia di Lecce ma il rischio che la malattia possa avanzare è reale. Gli ulivi fanno parte del patrimonio della Puglia, per il Salento sono importanti come le sue chiese barocche. Abbiamo perso molto tempo e ogni giorno si mettono gli ulivi a rischio».
 
quando tutto sembrava ormai deciso, ecco che finalmente, arriva la buona notizia: l’eradicazione degli alberi, anche di quelli sani, nel raggio di 100 metri dalla pianta malata così come disposto dall’Unione Europea non ci sarà più e quindi il taglio sarà effettivamente selettivo. Solo quelli infettati, verranno abbattuti gli altri saranno sospesi in un limbo: verranno cioè costantemente monitorati in modo tale da seguire passo per passo l’avanzare della Xylella.
 
 Il Ministro intanto si è tolto qualche sassolino dalla scarpa ed ha sbottato «l’anno scorso sono stati tagliati in tutta la Regione 100mila alberi di ulivo per qualche ragione, non certamente per la Xylella fastidiosa e solo 50 mila, quindi la metà sono stati rimpiantati. Perché nessuno ha sollevato polveroni?». La domanda è lecita, più che lecita. In effetti se si paragonano il numero di alberi che dovranno essere ‘sacrificati’ per evitare il contagio e salvare tutto il patrimonio olivicolo con quelli che vengono spontaneamente tagliati per far posto a strade, abitazioni o semplicemente perché non sono più produttivi come un tempo, il confronto non sussiste. 



In questo articolo: