Borse di studio, molti studenti le attendono ancora. Link Lecce:’Inaccettabile’

Diverse migliaia di studenti attendono ancora le borse di studio nonostante siano già uscite le graduatorie. Link Lecce in una nota stampa:’L’incertezza dei bilanci regionali incide sul diritto allo studio’.

Diverse migliaia di studenti hanno cominciato l’anno accademico, ma attendono ancora che venga riconosciuto loro il diritto allo studio. Lo scorso 26 novembre, infatti, sono uscite le graduatorie degli studenti pugliesi idonei a ricevere la borsa di studio. Eppure, l’attesa diviene preoccupante. La motivazione? A farci comprendere meglio il problema ci pensa Sara Ingrosso, rappresentante dell’Associazione Universitaria Link Lecce nel consiglio di Amministrazione dell’A.di.su., che definisce “inaccettabile che ad oggi, nessuno studente abbia ricevuto la borsa di studio, nonostante l’anno accademico sia abbondantemente iniziato. Questo ritardo, dovuto dall’incertezza dei bilanci regionali determinata dai tagli alle regioni fatti dal governo nazionale, incide negativamente sul diritto allo studio di ciascuno studente”.

Insomma, gli studenti di link hanno le idee chiare, proponendo azioni concrete:“Chiediamo che gli 8,2 milioni di euro appena assegnati dallo Stato vengano tutti impegnati e che gli investimenti di 7,6 in diritto allo studio per l'esercizio finanziario 2014 siano non solo confermati, ma incrementati dal momento che le somme a disposizione escluderebbero dal sistema di tutela più di cinquemila studenti”.

Una richiesta maturata a seguito del reinserimento del fondo integrativo statale nel patto di stabilità interno e della recente emanazione del decreto per il riparto dei finanziamenti del diritto allo studio. Secondo Link Lecce, con la legge di stabilità già approvata alla Camera, il Governo Renzi conferma di non voler tracciare un "verso" opposto alle politiche economiche degli ultimi anni, seguendo la linea dei tagli e dell’ottusità contabile del pareggio di bilancio . E in tale contesto il welfare è reso un “costo insostenibile” o peggio uno “spreco”, fatto ulteriormente aggravato dal taglio di 4 milioni agli enti locali che ricadranno su i comparti essenziali della società gestiti dalle regioni come Diritto allo Studio, Salute, Trasporti e Tutela dell'Ambiente.



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