D’Alema a Lecce. E scatta la contestazione No Tap davanti al circolo in via Pappacoda

Il tour nel leccese da parte dell’ex presidente del Consiglio è stato occasione per i manifestanti No Tap di far sentire la voce di chi è contro l’opera.

Doveva essere un tour politico come tanti, ma nel capoluogo salentino si è trasformato in un’occasione per far sentire la voce di un territorio, di quella fetta che non si sente adeguatamente ascoltata, soprattutto su alcune tematiche.

Massimo D’Alema a Trepuzzi e a Lecce

Ieri pomeriggio l’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema era in Salento per inaugurare a Trepuzzi la sede di Articolo Uno – Mdp in Corso Umberto I, n. 22.  Al taglio del nastro con D’Alema, vi erano il Coordinatore regionale Ernesto Abaterusso, il Consigliere regionale Pino Romano, il Coordinatore provinciale Salvatore Piconese, la Consigliera comunale di maggioranza Oronza Renna.
Successivamente il leader politico si è spostato a Lecce in via Pappacoda, presso il circolo “Nuova Ferramenta”. Qui è andata di scena una dura contestazione all’indirizzo di Massimo D’Alema da parte degli attivisti No Tap.

La contestazione

Fischi, urla e cori contro il leader democratico a cui qualcuno attribuisce non poche responsabilità in merito alla realizzazione del Gasdotto che dall’Azerbaijan approderà a Melendugno. Secondo i No Tap troppi sarebbero gli interessi economici che ruotano intorno all’opera della Multinazionale svedese.

La manifestazione di protesta, se pur pacifica, ha richiesto l’intervento massiccio delle Forze dell’ordine anche per fare sì che i tesserati potessero avere accesso ai locali di via Pappacoda per assistere all’incontro.

L’intervento di Arci Lecce

«Veramente doloroso per noi di ARCI aver subito un attacco così violento contro la nostra sede e contro un’iniziativa che vedeva la presenza di due ospiti importanti, Filippo Miraglia e Massimo D’Alema – afferma Anna Caputo, presidente Arci Lecce – Abbiamo cercato da subito il dialogo chiedendo a un rappresentante del gruppo, che all’esterno aveva contestato sin dal suo arrivo Massimo D’Alema, di entrare a leggere il comunicato che avevano preparato, nel rispetto del nostro ospite e delle persone convenute per ascoltare il dibattito. Ma le forze dell’ordine ci hanno impedito di farlo perché hanno affermato che non potevano garantire la salvaguardia delle persone. Molti compagni di ARCI  – prosegue Caputo – convenuti dalla provincia si sono così trovati fuori senza possibilità di entrare e l’incapacità alla mediazione di chi teneva la piazza ha fatto il resto: spintoni, uova, distruzione dell’auto che accompagnava D’Alema. Abbiamo capito che si è cercato di dividere così ulteriormente l’opposizione alla TAP, creando in maniera provocatoria, uno scontro che non sarebbe mai dovuto nascere. Non sappiamo perché questo si sia verificato proprio in occasione del nostro evento che peraltro verteva sulla rivoluzione di ottobre e sulle ripercussioni che a livello nazionale negli anni aveva avuto anche in Italia, ma sappiamo che D’Alema è stato qui nel Salento decine di volte negli ultimi mesi e si è deciso di contestarlo solo ieri sera favorendo così chi vuole pensare al movimento No Tap come un luogo di divisione e di scontro».

Insomma, il tema è scottante e non accenna a placare l’attenzione del territorio.

I sindaci salentini in Provincia

In mattinata, intanto, i sindaci di Andrano, Castro, Diso, Maglie, Ortelle, Poggiardo, Santa Cesarea terme, Spongano e Trepuzzi sono tornati a chiedere al Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, un tavolo di discussione sulla vicenda e il presidente li ha accolti a palazzo Adorno.

La nota della Questura

A stretto giro, arriva anche la nota della Questura sulla vicenda: “All’esterno della sede ARCI di Via Pappacoda sin dall’arrivo del presidente D’Alema si sono presentati, con bandiere, drappi e striscioni contenenti frasi contro la costruzione del gasdotto a Melendugno, circa una cinquantina di contestatori. Il chiaro intento di impedire così il regolare svolgimento del convegno all’interno del circolo ARCI – prosegue la nota ufficiale – si è palesato subito ed ha indotto la Questura ad innalzare il livello di sicurezza nei confronti della personalità ospitata e dei partecipanti all’incontro, impedendo l’ingresso solo e soltanto a coloro che, con il loro inequivocabile atteggiamento, sarebbero stati palesemente elementi di disturbo durante l’incontro-dibattito”.

“Tenuto conto di quanto si stava verificando all’esterno da parte dei manifestanti – chiarisce il comunicato – tra cui anche aderenti all’area antagonista, con il pronunciamento di epiteti vari, lancio di uova e slogan anche contro le Forze di Polizia, il filtro all’ingresso ha garantito lo svolgimento regolare dei lavori”. Secondo quanto affermato dalla Questura, quindi, “l’incontro all’interno si è svolto senza turbative, contrariamente a quanto sarebbe invece verosimilmente accaduto se la cinquantina di contestatori violenti avesse fatto ingresso nella sala”.

La premeditazione della contestazione

“Proprio il lancio di uova verso l’ingresso – si legge ancora nella nota – ove era stata posizionata la Forza Pubblica è la riprova del fatto che la provocazione era stata già ampiamente premeditata e che l’obiettivo era chiaramente quello di creare turbative di ordine e sicurezza pubblica durante l’evento”.

Le indagini

Al riguardo, la Questura fa sapere che sono già in corso mirate indagini, con la verifica dei filmati della polizia scientifica per poter individuare i responsabili, tra i manifestanti, di comportamenti illeciti.



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