Disastro Xylella, il messaggio degli agricoltori salentini:’Nuove strategie e visione unitaria’

‘Serve una visione unitaria davanti al problema della Xylella, così come una nuova strategia per difendere il paesaggio’, questo il messaggio lanciato dalla conferenza stampa organizzata all’Hilton Garden Inn di Lecce da APOL, Italia Nostra, CIA e CNO.

Mi chiamo Ulivo, sono nato in Puglia e sono sano”. Il manifesto cartaceo di Apol Lecce che accoglie all’Hilton Garden Inn di Lecce stampa, imprenditori agricoli, esponenti politici locali e nazionali (presenti anche i deputati al Parlamento Europeo Paolo De Castro e Raffaele Fitto, oltre che al parlamentare PD Salvatore Capone), ricorda la bellezza del paesaggio salentino. Un bene da tutelare, o meglio, da difendere a denti stretti alla luce dell’avanzata di ciò che nella conferenza odierna intitolata “Disastro Xylella, prospettiva oltre il danno. Un problema agricolo, ambientale e culturale” è stata definita “peste vegetale”. Il complesso da disseccamento rapido dell’olivo sta vincendo la dura battaglia iniziata circa tre anni addietro nella provincia. Forse una crisi irreversibile. O forse anche no, se solo le forze decidessero di viaggiare all’unisono. Sarebbe bello, insomma, vedere tutte le associazioni, i centri di ricerca e l’intera categoria coalizzarsi contro questo nemico. «Oggi, a tal proposito, vorrei elevare la preoccupazione di non farcela a un livello superiore, coinvolgendo tutti, ma proprio tutti, nella sfida atta a contrastare gli effetti della Xylella Fastidiosa», esordisce così Giuseppe Mauro Ferro, agronomo salentino e accademico dei Georgofili davanti alle autorità istituzionali presenti nella lussuosa sala dell’albergo leccese.

La patologia raffigura un nemico subdolo, silenzioso, che divora da dentro il simbolo per eccellenza del nostro territorio. Gli ulivi continuano a seccarsi. L’Italia incassa procedure d’infrazione da parte dell’UE e ancora manca una visione unanime contro il batterio. Ecco allora che emerge una nuova strategia, a partire dallo sforzo intrapreso lo scorso anno con la “Carta di Galatina, nella quale erano inclusi i provvedimenti da far eseguire a produttori agricoli, membri della società civile e rappresentanti delle Istituzioni. In tale ottica, dunque, si dovranno prevedere alcuni particolari metodi:

  • Una legge speciale – finanziata con specifici fondi straordinari – finalizzata ad un progetto unico di sviluppo che coinvolga l’agricoltura intera del Salento, evitando anche il ristoro dei danni;
  • Uno specifico progetto di rilancio dell’olivicoltura tramite la razionalizzazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti (almeno 300-400 piante per ettaro) e l’introduzione di differenti sistemi produttivi;
  • Interventi di Carattere ambientale, paesaggistico e culturale (salvaguardia degli olivi monumentali, Piani di zona ‘ad hoc’ nelle aree compromesse);

In particolare, per il secondo punto, servono degli elementi imprescindibili quali l’autorizzazione al reimpianto degli ulivi seccati (con cultivar più tolleranti); irrigazione e rilancio delle attività dei Consorzi di Bonifica; sostegno all’aggregazione e all’organizzazione economico a favore della filiera olivicolo-olearia.

«Può darsi che il nemico siamo noi stessi, non la Xylella – ha invece osservato Marcello Seclì, Presidente della sezione Sud di Italia Nostra – perché a stenti esiste una visione comune della problematica. In certi casi non esiste la concorrenza. In quale direzione muoverci? Serve trovare degli scenari, prevediamoli, visto che ormai tornare indietro risulta impossibile. Bisogna recuperare il terreno perduto tramite delle proposte alternative».

«Dico col cuore sanguinante che purtroppo il nostro territorio è proprio ‘infiammato’ – dice invece Giulio Sparascio, presidente CIA Lecce – e basta guardare cosa sta accadendo a Tricase. Lì, un tempo, gli ulivi erano indenni alla patologia. Oggi addirittura i cosiddetti “secolari” stanno diventando secchi. Basta analisi, ci vuole azione. I turisti che vengono a visitare la mia azienda, notando le piante presenti, mi chiedono se tra qualche anno riuscirò a mantenere “questa fotografia”, come l’hanno definita loro».
Domanda lecita, quella dei vacanzieri citati da Sparascio, alla quale se ne accodano tante altre simili da parte di noi tutti. Cittadini del Salento mortificati dalla progressiva moria degli ulivi. 



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