Gli esperti dell’Efsa: ‘In Puglia un solo tipo di xylella’. Mazzei ‘comparto in ginocchio’

‘Non vi è prova che più tipi di Xylella fastidiosa siano presenti in Puglia, secondo una disamina sulle recenti evidenze scientifiche disponibili’. A sostenerlo sono gli esperti dell’Efsa. Mazzei: ‘il comparto è in ginocchio, si rischia un’emergenza occupazionale’.

«Non vi è alcuna prova che più tipi di xylella fastidiosa siano presenti in Puglia». La teoria sostenuta dall’Efsa –  l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che fornisce consulenze scientifiche indipendenti sui rischi connessi all’alimentazione e sulla salute delle piante – non solo risponde ad uno dei principali quesiti sull’epidemia degli ulivi che in questi anni ha messo in ginocchio gli agricoltori salentini e minato l’economia del territorio, ma contrasta con l’inchiesta della procura di Lecce sul batterio da quarantena. «Abbiamo accertato che sono stati trovati nove ceppi di Xylella– aveva dichiarato il Procuratore, Cataldo Motta –  e questo significa che c’è stata una mutazione genetica del batterio che richiede un periodo piuttosto lungo». Come minimo vent’anni, si era ipotizzato: quindi il batterio non poteva essere la vera causa del disseccamento degli ulivi, che è una malattia recente. Non l’unica, almeno.
  
Il panel scientifico è arrivato, invece, ad una conclusione diversa: «Il gruppo di esperti ha recensito la più recente letteratura scientifica e analizzato i dati di sequenziamento del Dna tratti da campioni raccolti nella zona – scrive l’Efsa – e in tutti i documenti esaminati si concludeva che i campioni di Dna raccolti da olivi e da altre piante appartengono allo stesso tipo di sequenza, chiamato ST53». 
  
Per poter fornire risposte più complete sulla questione, occorrono ulteriori studi con campioni di maggiori dimensioni – precisano – e gli studi dovrebbero includere un'analisi del completo sequenziamento del genoma della xylella fastidiosa.
  
Il problema, mentre si continua a discutere, è che a pagarne le spese sono quei contadini che hanno visto e continuano a vedere i loro alberi morire.  Piante secolari piegate da un batterio invisibile e centinaia e centinaia di posti di lavoro persi o a rischio. Ottomila sono quelli messi a repentaglio dalla Xylella nel Salento secondo il coordinatore provinciale di Area Popolare-NCD, Luigi Mazzei che non ha dubbi nel puntare il dito contro la sinistra regionale: «Pd e Sel hanno una responsabilità sulle spalle che nessuno potrà dimenticare perché i loro ritardi e inadempienze potrebbero rovinare ulteriormente la vita di migliaia di pugliesi. Un comparto in ginocchio il cui grido di dolore è rimasto inascoltato dalla Giunta regionale di Vendola scomparso dalla circolazione» sostiene Mazzei che coglie l’occasione per ricordare di essere stato sempre in prima linea sia per far arrivare degli aiuti concreti ad olivicoltori e vivaisti, sfiduciati e disperati sia quando ha cercato in tutti i modi, tramite interrogazioni e OdG di richiamare l’attenzione sul problema e sulla necessità di costituire una task force, annunciata nel 2013 e attuata soltanto nel 2016.
  
 «La Xylella sta diventando un’emergenza occupazionale paurosa, che può investire in Salento e lasciarlo senza fiato – continua Mazzei –  Oggi bisogna convivere con il batterio, in attesa dei tempi lunghi della ricerca, gli olivicoltori cercano di sperimentare buone prassi, come l’innesto, per tentare di tenere in vita i monumentali ulivi. La politica regionale, invece, deve cercare di fermare ogni intenzione di eradicazione, oramai inutile e dannosa, battersi per il reimpianto delle tipologie resistenti al batterio e far giungere gli aiuti promessi agli olivicoltori, che con quelle risorse possono investire ancora e dare occupazione ad un comparto ormai al collasso».



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