Gli immobili leccesi pronti a rifarsi il look: fondo immobiliare, c’è l’accordo con Anci

Un fondo immobiliare per la gestione del patrimonio comunale: questo il progetto dell’Amministrazione di Lecce che permetterà la valorizzazione degli immobili comunali, presentato stamattina in sala giunta a Palazzo Carafa.

Uffici comunali centralizzati, asilo e mercato coperto entrambi nuovi. Dove? Ovvio, a Lecce. Non si tratta di sogni impossibili, anzi. L’amministrazione leccese intende al più presto di valorizzare gli immobili di proprietà attraverso l’importante spinta finanziaria offerta dalla Fondazione Patrimonio Comune di ANCI, presieduta da Alessandro Cattaneo. Esiste, infatti, un fondo monetario di circa un miliardo e 400 milioni di euro da destinare a quei Comuni che – mediante un piano progettuale adeguato – vogliano conferire nuova vita a quei beni architettonici bisognosi di revamping. Ed il capoluogo salentino, si sa, pieno zeppo di fabbricati in disuso o palazzi storici, possiede uno stock patrimoniale davvero notevole sotto tale aspetto. Non solo. Il capoluogo barocco – proprio come confermato nella conferenza stampa odierna dall’ex primo cittadino di Pavia – sarebbe capofila rispettivamente alle proposte messe in campo.

Ma, in buona sostanza, qual è la trafila che permetterà alla Giunta di ottenere gli obiettivi (quelli citati ad inizio articolo sarebbero solo alcuni) prefissati? A spiegarlo nei dettagli ai giornalisti è l’Assessore al Bilancio e Tributi, Attilio Monosi:«Il Comune di Lecce  diventa socio di INVIMIT, una SGR (Società di gestione del risparmio), attuando in via unitaria le opportune strategie di valorizzazione e dismissione degli immobili pubblici. Noi mettiamo gli immobili, mentre invece l’altra parte i fondi immobiliari. Questa figura avrà così libertà di costruire, vendere o addirittura realizzare in cambio del pagamento di alcune rate, classificabili nella voce “spesa corrente”. Ciò non significa però – sottolinea Monosi – che il Comune venderà gli immobili».

La stessa amministrazione ne ha individuato un elenco (ben 25 cespiti) da confluire, eventualmente, nel fondo immobiliare per la valorizzazione degli stessi. Ai fini della valutazione di una proposta d’investimento da parte di INVIMIT, occorre redigere un Information Memorandum; che, qualora venisse valutato in maniera positiva, verrà messo a bando per la scelta della SGR gestore. «Interviene un soggetto facilitatore che prende per mano i Comuni nel cammino di valorizzazione dei beni immobiliari – aggiunge Cattaneo – e Lecce sta dimostrando molto interesse. Oggigiorno non serve aspettare fondi “a pioggia”, semmai aprirsi a percorsi innovativi. Ci voleva un’amministrazione capofila, e quella salentina ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, dimostrando intraprendenza. È bello che una città del Sud sia stata la prima a operare in quest’ottica. Ad ANCI, però, piacerebbe che emergessero più realtà comunali con buona capacità progettuale».

Dello stesso avviso anche Paolo Perrone, sindaco di Lecce ma anche vicepresidente vicario ANCI:«Non non vogliamo vendere i gioielli di famiglia, contrariamente a quanto sostengono certi oppositori. Invito tutti i piccoli Comuni del Salento a seguire il nostro esempio. Consorziandosi, magari, riuscirebbero ad interloquire col fondo immobiliare grazie ad una massa patrimoniale piuttosto abbondante. Ovvio che potremmo ritenerci soddisfatti solo quando i cittadini diverranno fruitori diretti dei nuovi servizi. Del resto, parafrasando Boskov, “Rigore è quando arbitro fischia”». 



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