La gaffe di Matteo Renzi a Strasburgo: si dimentica dei Marè²

Al termine del discorso di inaugurazione del semestre italiano di presidenza dell’Ue il Premier, come dichiarato poi a Porta a Porta, volutamente non ha citato i due Marè² Italiani trattenuti in India. Ma la polemica non si arresta

Che il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi usi, forse come mai era stato fatto prima, un linguaggio lontano anni luce dal vecchio “politichese” è un merito che deve essergli riconosciuto. Fin da subito il Premier ha “rottamato” anche la cara, vecchia e anche un po’ desueta comunicazione istituzione a favore di un dizionario per così dire più 2.0: lancia hashtag di successo, twitta «arrivo, arrivo» mentre è a colloquio con il Capo dello Stato, fa discorsi “a braccio”, usa metafore, uno stile informale, l’ironia,  parole semplici e dirette. Non si è smentito neppure durante il discorso tenuto davanti al Parlamento Europeo di Strasburgo, riunito in occasione dell’avvio del semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue.  

Abito blu, impeccabile, Renzi inizia e sorprende tutti con una citazione: «Che cosa vedremmo se l’Europa si facesse un selfie? Il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione. L'Europa mostrerebbe il volto della noia».  Cita Telemaco, il figlio di Ulisse per incitare le nuove generazioni ad assumere lo stesso comportamento «dobbiamo essere eredi, prendere la tradizione da cui veniamo e darla ai nostri figli»; afferma perentorio che  «l'Europa «deve smetterla di essere solo un puntino su Google Maps». Meglio piuttosto essere «smart». Il Premier è un fiume in piena, parla per circa venti minuti, comprese le volte, ben sette, in cui è stato interrotto dagli applausi dell'aula. 
 
Applausi, commenti favorevoli, sentimenti di approvazione ma… svanito l’entusiasmo che ad onor del vero ha conquistato giornalisti e cittadini anche non italiani, ecco che qualche “pecca”, anzi mancanza, nel suo discorso qualcuno l’ha notata. Quel qualcuno è Raffaele Fitto «nel discorso al Parlamento europeo Matteo Renzi si dimentica dei nostri Marò. Che tristezza!» ha cinguettato l’eurodeputato di FI sul social dell’uccellino azzurro subito dopo l’intervento del premier.
 
Ma non è stato il solo. A rincarare la dose il segretario della Lega, Matteo Salvini « Ci sono rimasto male, mi aspettavo di più. Non una parola sui Marò. Ci occupiamo degli sfigati e dei disperati di tutto il mondo, e non dei nostri due soldati». 
 
Ci va giù duro anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale: «Siamo totalmente sconcertati di fronte al premier Italiano che nel suo primo discorso da presidente dell’Ue invoca la reazione dell’Europa per tutte le ingiustizie del mondo, salvo per quella che viene perpetrata nei confronti dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, illecitamente trattenuti in India da due anni in piena violazione del diritto internazionale. Qualunque presidente di uno Stato sovrano, vittima di una tale ingiustizia, avrebbe alzato la voce di fronte a una Ue che si è girata dall’altra parte. Così non ha fatto Renzi che dimostra la sua subalternità psicologica nei confronti delle istituzioni europee. E questo rende il suo esordio deludente»
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E ancora  Elisabetta Gardini, la nuova capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, a Matteo Renzi lo ha detto subito, in faccia: «Belle parole, ma poco altro», ha affermato l’esponente di FI sfoggiando, durante l’intervento a Strasburgo, la spilla con l’inconfondibile fiocchetto giallo che indica l’impegno in sostegno di Latorre e Girone.
 
Nonostante la querelle scatenata sui social e non, Renzi resta fermo sulla sua posizione e chiarisce, a Porta a Porta che la scelta di non parlarne è stata voluta «è una vicenda complicata, che resta una ferita – ha dichiarato il premier – una parola rischia di essere di troppo. Non credo che la soluzione sia che l'Italia vada al Parlamento europeo perché non è quella la sede dove si risolvono i problemi con l'India. Non faccio campagna elettorale o demagogia sulla pelle dei marò, non li strumentalizzo».



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