La stabilità costa cara: tagli ai patronati, mobilitazione anche a Lecce

In virtù dei tagli al finanziamento riservato ai patronati – voluto dal ddl di stabilità – è stata indetta una giornata di mobilitazione nazionale. La protesta giunge anche a Lecce, in piazza Sant’Oronzo.

I tagli annunciati nel ddl di stabilità proprio non scendono giù ai diretti interessati. Motivo per cui, in segno di protesta, oggi – Sabato 15 Novembre – è stata indetta una giornata nazionale di mobilitazione da parte dei patronati aderenti al CePa (Centro Patronati di cui fanno parte Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli). Anche a Lecce in piazza Sant’Oronzo, come nelle altre principali città italiane, vi sono in programma volantinaggi per informare i cittadini sui contenuti del diffuso malcontento.

Oltre a questo, la raccolta firme a sostegno della richiesta di una revisione del taglio, salvaguardando così il servizio di pubblica utilità. Sottraendo risorse ai Patronati, le conseguenze sulla tutela dei diritti dei cittadini rischiano di diventare gravissime. Si tratta, infatti, di un taglio di 150 milioni di euro, a causa del quale verrebbe meno un servizio gratuito contro la richiesta di assistenza (cresciuta esponenzialmente nell’ultimo anno). I tagli metterebbero in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati a discapito di lavoratori, pensionati, stranieri, italiani all’estero. Insomma, l’uguaglianza d’accesso ai diritti sarebbe di fatto cancellata. Basti pensare che il 90% delle pratiche in forza al patronato non vengono retribuite.

«Il ruolo da noi svolto è quello di fungere da cuscinetto tra Pubblica Amministrazione e cittadino – dichiara Loredana Tundo, Direttore del Patronato Acli Lecce ai microfoni di Leccenew24.it – e quest’ultimo deve essere in qualche modo aiutato a comprenderlo. I tagli li abbiamo subiti anche in passato, di ben 90 milioni di euro, quando c’era il Presidente Monti. Togliere il servizio gratuito vuol dire negare l’opportunità di poter tutelare i propri diritti».

«Siamo qui per spiegare ai cittadini il lavoro quotidiano dei Patronati – ci chiarisce Salvatore Giannetto, segretario generale Uil Lecce, presente al sit in – e soprattutto smentire le bugie del premier Renzi. Questi soldi consegnati ai Patronati non sono dello Stato o del Ministero, bensì di quei lavoratori che, pagando i contributi, permettono lo svolgimento di un ruolo sociale. Un lavoro che se dovesse portare a termine lo Stato, o L’INPS, non ce ne usciremmo più».



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