Mense ospedaliere, Ugl davanti al ‘Fazzi’: “Si mantenga l’attuale sistema dei centri di cottura”

Questa mattina, la sigla UGL Terziario Lecce ha manifestato davanti al nosocomio del capoluogo salentino, effettuando una precisa richiesta alle istituzioni in relazione al capitolo mense ospedaliere: “Venga mantenuto in essere il sistema attuale, con i centri di cottura negli stessi ospedali”.

Una manifestazione di protesta all’ingresso del “Vito Fazzi” di Lecce avvenuta stamattina ed organizzata dalla sigla sindacale UGL Lecce. L’argomento si riferisce alla nuova gara di appalto delle mense ospedaliere, affrontato da Maurizio Lezzi, segretario provinciale del sindacato, nella nota diramata alle istituzioni competenti che annuncia la manifestazione di protesta.

Nella circostanza, sono stati consegnati ad utenti e cittadini alcuni volantini informativi ed esplicativi dei motivi della manifestazione, che riguardano il netto dissenso della UGL circa il nuovo bando di gara per la gestione delle mense ospedaliere. Ci sono stati vari incontri con vertici della Regione Puglia, non ultimo quello dello scorso 13 Aprile, nel quale venne assicurato un bando di gara unico.

Premesso che il bando di gara ammonta ad euro 320 milioni di euro per la durata di nove anni – si legge in una comunicato diffuso dalla segreteria provinciale – e lo stesso non obbliga l’azienda aggiudicataria ad utilizzare le strutture all’interno degli ospedali, ma bensì di avvalersi di propri centri cottura esterni, con il metodo caldo freddo entro i 30 km e il ‘cook & chill’ oltre i 30 km”. La paura della sigla, però, riguarda anzitutto il futuro dei lavoratori: “Considerato che, attuando questo tipo di sistema – prosegue la nota del sindacato – si metterebbero in serio pericolo i livelli occupazionali attuali con l’abbattimento di circa il 50% a dei posti di lavoro creando di fatto ulteriore danno in un servizio ad alta densità di precari con un monte ore settimanale esiguo e part time”.

Nonostante da circa 30 anni i pasti vengano preparati all’interno degli ospedali con prodotti freschi ed avendo da prontuario circa 25 tipologie di diete personalizzate, non si comprende il motivo per la quale la regione puglia abbia individuato questo inappropriato e non qualitativo – si legge sempre nel comunicato – sistema da offrire all’utenza e agli stessi operatori della asl tali pasti”, proseguono.

La Ugl terziario – prosegue – chiede un forte intervento di tutti i consiglieri, assessori regionali e sindaci nei confronti del presidente Emiliano, in modo che venga mantenuto in essere il sistema attuale, con i centri di cottura negli stessi ospedali, visto che la base d’asta per giornata alimentare ammonta a circa 14 euro, evitando di fatto le aggiudicazioni al massimo ribasso che non garantirebbero qualità del servizio e salubrità dei prodotti per degenti e o tori sanitari”.



In questo articolo: