Mobilità in scadenza e futuro senza certezze: gli operai Omfesa bloccano via XXV Luglio

I lavoratori della ditta Omfesa di Trepuzzi tornano a protestare in via XXV Luglio, bloccando pacificamente una delle arterie stradali cardine della città. A febbraio 2016, infatti, scadrà la procedura di mobilità per ulteriori 40 dipendenti.

Non risulta essere solo la burocrazia a rilento uno dei motivi che frena il rilancio del nostro paese. L’immobilismo delle istituzioni, purtroppo, ci mette del suo. Vero è che gli impegni sono tanti, così come le agende stracolme dei rappresentanti politici – tra smentite, appuntamenti e promesse d’incontri -, sebbene, davanti alla disperazione dei lavoratori senza un futuro, bisognerebbe conferirne priorità assoluta. La protesta degli operai Omfesa di Trepuzzi, avvenuta stamattina all’ingresso della Prefettura, simboleggia le mancate attuazioni di passate rassicurazioni.

Bloccano via XXV Luglio al traffico per sensibilizzare la cittadinanza, alzando la voce affinché gli alti vertici locali e nazionali arrivi alle loro orecchie. Il problema risulta piuttosto serio. Metà dipendenti – ovvero 35 – presentano una procedura di mobilità scaduta a febbraio 2015; e la stessa sorte toccherebbe ad altri 40 colleghi nel prossimo 2016 qualora qualcuno non si dia una mossa.

Ecco perché queste persone, ricevute poi dal Prefetto, intendono sollecitare ulteriormente chi oggi governa. «Parliamo di un’azienda – ci spiega il segretario UILM Lecce, Piero Fioretti – a cui le commesse non mancherebbero certo. Tempo fa venne promesso un impegno dedicato alla ricerca di eventuali investitori. Imprenditori abili nell’intercettare la possibile domanda economica del mercato. Addirittura, a Matera imprese simili appaiono subissate dalle continue richieste».

In effetti, il paradosso sembra abbastanza curioso. Tanti cittadini potrebbero ritrovare la capacità finanziaria di sostenere la rispettiva famiglia. «Sapete che vuol dire morire di fame?», ci domanda addirittura uno dei manifestanti. Amareggiato, scuro in volto e con gli occhi tristi. Si aggrappa alla speranza di una svolta, magari grazie anche all’intervento della nuova Giunta regionale, diretta dal Presidente Michele Emiliano.

«Il capannone si sta deteriorando – aggiunge poi Fioretti – e menomale che la curatela fallimentare stia osservando un periodo di fermo. Saliamo dal Prefetto per spiegare questa annosa situazione, ricordandogli che l’attività di scouting per rintracciare nuove figure di comando è un impegno già assunto dai nostri politici. Si interessino anche i nuovi esponenti di via Capruzzi in questa attività». 

Più avaniti i lavoratori, insieme a Fiom Cgil Fim Cisl e Uilm Uil Lecce, hanno ottenuto l'impegno dalla Prefettura per la costituzione di un tavolo che coinvolga la deputazione salentina e tutte le istituzioni coinvolte nella vertenza. "Una vertenza che – dichiarano i Sindacati – vede fermi e senza alcuna prospettiva circa cento  lavoratori qualificati e con tutte le carte in regola per svolgere attività di riparazione e costruzione di carri merci e passeggeri per conto di Trenitalia". "È evidente che, in un settore come quello ferroviario che potrebbe essere volano per l'economia del territorio, quello che manca è la volontà politica". La richiesta dei sindacati è quindi di reindustrializzare il sito produttivo di Trepuzzi "che ha la manodopera qualificata e su cui Trenitalia può investire".
 



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