Nella conta mancano voti, Area Popolare fa ricorso. Riflettori su sei seggi elettorali

Area Popolare ha deciso di presentare un ricorso alla Commissione Centrale Elettorale presso la Corte d?Appello di Lecce per chiedere la verifica dei voti di lista per Lecce Popolare. Riflettori puntati su sei seggi elettorali

Chiuse le urne è tempo di bilanci non solo per Mauro Giliberti e Carlo Salvemini che si scontreranno al turno di ballottaggio, ma anche per quelle liste che, terminata la conta dell’ultima scheda blu, vogliono ‘valutare’ numeri alla mano il peso del consenso ottenuto tra gli elettori. Capita non di rado che qualcosa non torni e che si registri qualche discrepanza tra l’impegno profuso e il risultato ottenuto, ma secondo Area Popolare nell’esito delle urne c’è qualcosa in più di una ‘naturale’ delusione. Dopo accurati controlli effettuati sui verbali dei seggi, il partito che in Puglia fa riferimento a Massimo Cassano e a Lecce a Luigi Mazzei ha riscontrato delle anomalie. “Stranezze” che li hanno spinti a presentare un ricorso alla Commissione Centrale Elettorale presso la Corte d’Appello di Lecce per chiedere la verifica dei voti di lista per Lecce Popolare.
   
«La nostra azione si è resa necessaria – si legge in una nota – avendo in alcune sezioni riscontrato un’anomala discrasia tra i dati rilevati nei verbali di seggio dai nostri rappresentanti di Lista e quanto pubblicato nei portali del Ministero dell’Interno e del Comune di Lecce. Abbiamo circostanziato i casi di sei seggi elettorali (22, 83, 87, 88, 89, e 91) e chiesto un controllo attento proprio nella fase di verifica del voto da parte della Commissione Centrale Elettorale». Insomma, secondo AP mancherebbero diversi voti che, di conseguenza, falsano il risultato.
   
«Non possiamo allo stesso tempo –spiega il coordinatore Provinciale di Alternativa Popolare Luigi Mazzei – che essere molto critici sull’organizzazione ed errata programmazione delle attività di scrutinio che non dovevano essere previste in prosecuzione dopo la chiusura dei seggi. È impensabile sottoporre qualsiasi lavoratore ad un turno di 24 ore consecutive. I componenti dei seggi – conclude –  si sono visti costretti ad operare in condizioni difficili, se non impossibili, essendo sottoposti ad un delicato lavoro iniziato alle 7 del mattino della domenica e terminato la mattina del giorno dopo».



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