Niente commesse da Mediaset e Progetto Vendita licenzia i dipendenti. Sindacati sul piede di guerra

Dopo il tavolo istituzionale dal Prefetto arriva il No di Progetto Vendita alla richiesta di 60 giorni prima di procedere ai licenziamenti. I sindacati non ci stanno.

Non vi sono le commesse necessarie per poter attendere alle richieste dei lavoratori, formulate su tavolo istituzionale. Questa la risposta di Progetto Vendita srl alla richiesta di sospendere per almeno 60 giorni l’iter della procedura di licenziamento dei dipendenti.

La questione è stata dettagliata il mese scorso, quando i lavoratori scioperarono davanti alla sede di Maglie della società di call center. Un incontro tra Prefetto e rappresentanti sindacali ha prodotto la formale richiesta attraverso la quale si chiedeva tempo. Tempo per trovare soluzioni alternative e non lasciare senza lavoro e stipendio 131 famiglie.

Botta e risposta tra Azienda e Sindacati

“Non vi sono volumi di attività Mediaset SpA tali da poter saturare l’attività lavorativa dei dipendenti Progetto Vendita Srl” scrivono i vertici aziendali.

Nulla da eccepire sulla scelta aziendale di non voler congelare la procedura, anche se lo ritenevamo auspicabile per avere più tempo nella ricerca di soluzioni; conosciamo benissimo il quadro in cui l’azienda si muove, lo stesso Committente Mediaset Premium ci ha comunicato in un incontro le difficoltà nella gestione e nella previsione dei volumi di lavoro” la risposta di Cgil, Cisl e Uil.

Il proseguimento della missiva però non va giù. “Ad aggravare la situazione già particolarmente delicata – stiamo assistendo, ancora una volta, proprio in questo fine settimana (sabato 30 e domenica 1) ad un atteggiamento incontrollato da parte di moltissimi dipendenti che senza alcun preavviso nè alcuna comunicazione, hanno deciso di non presentarsi a lavoro. Rifiutarsi di lavorare nonostante ci siano attualmente le attività ed i volumi, aggrava la situazione dell’azienda in quanto la espone a sanzioni da parte dei committenti ed inoltre potrebbe rappresentare un motivo per recedere immediatamente dai contratti tenuto conto che non garantire i volumi commissionati concretizza un inadempimento contrattuale da parte della Scrivente nei confronti dei committenti” così scrivono da progetto Vendita srl.

Da qui la risposta secca dei sindacati “Però non accettiamo e stigmatizziamo la parte in cui si addebitano colpe ai lavoratori che, non presentandosi al lavoro durante uno sciopero legittimo, creano ulteriori danni all’azienda. Non è corretto capovolgere la frittata in questo modo. Ricordiamo all’azienda che è stato sottoscritto un accordo con le OO.SS. il 03 gennaio 2018, In cui si fissa la data di pagamento degli emolumenti al quindicesimo giorno del mese, accordo poche volte rispettato, quasi sempre disatteso! Mentre le lavoratrici e i lavoratori di Progetto Vendita hanno lavorato con serietà e professionalità sempre! La stessa serietà ci si aspetta dal datore di lavoro, che deve rispettare gli accordi presi; gli uomini e le donne che lavorano per loro hanno il diritto di avere gli stipendi nei tempi stabiliti, di avere quei soldi necessari a vivere dignitosamente, rispettare i propri impegni e a comperare il carburante per recarsi al lavoro”.

Insomma, vero è che se diminuiscono le commesse, le aziende che gestiscono i call center devono fare i conti con gli introiti che si riducono, eppure secondo le O.O.S.S. “il rischio d’impresa non deve ricadere sui lavoratori, ma è e deve rimanere sempre e soltanto in capo all’imprenditore! Pertanto lo sciopero proclamato continua sino al pagamento, nei tempi stabiliti dagli accordi, degli stipendi ai lavoratori”.

Da entrambe le parti si auspicano ulteriori incontri, nell’attesa che l’orizzonte si apra con nuove opportunità. E intanto i lavoratori aspettano.



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