‘Non vogliamo privilegi, ma solo parità di trattamento’, protesta dei ‘caschi rossi’ a Roma

Il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco di Lecce, il CONAPO, era nei giorni scorsi a Roma per un sit-in di protesta. ‘Spesso ci chiamano eroi, ma a noi basterebbe essere trattati come tutti gli altri corpi di polizia’.

Anche una folta rappresentanza del CONAPO, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco di Lecce, ha preso parte alle protesta a Montecitorio avvenuta nei giorni scorsi per chiedere lo stesso trattamento retributivo e previdenziale degli altri Corpi dello Stato e di azzerare le 3mila carenze di organico nei ruoli operativi del Corpo. I caschi rossi chiedevano un adeguamento salariale ad altri corpi di polizia e un miglioramento generale delle condizioni lavorative in termini di mezzi e personale a disposizione. “Siamo stanchi di ricevere solo pacche sulle spalle” ha dichiarato il segretario provinciale del sindacato Conapo Giancarlo Capoccia. “Spesso ci chiamano eroi, ma a noi basterebbe essere trattati come tutti gli altri”. Esistono infatti profonde differenze nella remunerazione dei Vigili del Fuoco rispetto, ad esempio, a quella dei poliziotti, nonostante entrambi i corpi facciano riferimento allo stesso Ministero degli Interni.

La retribuzione di un Vigile del Fuoco ha una sperequazione che va dalle 300 alle 700 euro/mese rispetto ad suo un parigrado delle forze di polizia, che già è sottopagato. Ampie differenze esistono nelle indennità di rischio: un vigile del fuoco al primo incarico percepisce circa 65 euro al mese (800 euro annui) in meno rispetto a una new entry della Polizia; un vigile del fuoco qualificato arriva a percepire anche 95 euro al mese in meno di indennità di rischio rispetto ad un agente scelto. E più si va in alto con l’esperienza più il divario si fa impetuoso per i pompieri. Il Conapo ha anche chiesto il pareggiamento delle indennità per i corpi speciali, quali quello dei sommozzatori o degli elicotteristi.

Reclamiamo fatti concreti dal Governo – ha fatto sapere Capoccia – Non chiediamo privilegi ma solo parità di trattamento”. Dopo l’annuncio della manifestazione qualcosa si è mosso: il Ministro Minniti ha dichiarato di aver trovato 50 milioni di euro da inserire nel Decreto Madia. Tuttavia, i Vigili del Fuoco non si sono accontentati: “è un primo passo, ma non basta. Quei 50 milioni dovranno essere divisi con il personale del corpo che non è vigile del fuoco e che svolge solo servizio amministrativo, e che quindi percepirà aumenti superiori alla media dei loro omologhi del pubblico impiego”. Pochi soldi dunque, e da spartire tra troppe teste.

C’è poi un altro problema che angoscia il Corpo dei Vigili del Fuoco. In seguito ai tagli imposti dalla spending review degli ultimi anni l’età media dei pompieri è salita a 48 anni. Un’età che “comincia a diventare incompatibile con l’efficienza che serve per dare sicurezza ai cittadini”. Il problema si fa sempre più grave anche in funzione del fatto che dopo la soppressione del Corpo Forestale, degli 8 mila forestali solo 361 sono stati indirizzati ai Vigili del Fuoco.

Eppure le mansioni sono aumentate considerevolmente. Come se non bastasse, oltre ad essere anziani e poco retribuiti, i Vigili del Fuoco sono anche pochi. Il gap di organico ammonta circa a tremila unità.



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