Adesso si, adesso si parla di corsa contro il tempo. Fino a oggi che la Xylella fastidiosa infastidiva solo la provincia di Lecce si è dormito, ma ora che la minaccia si estende al resto della regione ci si sveglia e si corre.
Dal coma profondo, insomma, si è costretti a passare ai ritmi frenetici di un intervento, speriamo ancora possibile.
Il problema in questa faccenda è che nessuno sembra averci capito nulla, ma ciò che ha maggiormente impressionato è stata l’indolenza con la quale le istituzioni del territorio hanno affrontato la questione. In primis la Regione che ha accettato di scendere in campo solo ad emergenza conclamata e dopo che è stata quasi costretta da un fuoco incrociato di matrice politica.
Accanto alla sottovalutazione dell’epidemia si è fatta notare una certa incapacità decisionale rispetto a temi che pure dovrebbero essere in posizione di classifica privilegiata, visto che si tratta del settore trainante dell’economia agricola di una regione a vocazione agricola, oggi come trecento anni fa.
La Puglia è la prima regione produttrice di olio extravergine d’oliva in Italia e la provincia di Lecce, con i suoi 9 milioni di alberi d’ulivo, è il ponte di comando di tutto il transatlantico pugliese, lungo più di 400 km. Insomma un patrimonio infinito, di inestimabile valore, attaccato da un patogeno infido e sconosciuto ai più, che rischia di piegare del tutto le gambe ad un settore economico già zoppicante.
Ma oggi prevale l’ottimismo, oggi che la minaccia si sta estendendo e che diventa un problema perfino extrasalentino possiamo respirare un po’ di ottimismo. E’ il paradosso di chi vive in questa regione, tanto diversa e strana da non assomigliarci per niente.