Presunto disavanzo nelle casse comunali, Perrone: ‘Nessun buco, la situazione è sotto controllo’

Il sindaco spiega: ‘Non si tratta di buco, ma una formula prevista dalla norma imposta dal Governo che serve a mettere in sicurezza i conti dei Comuni e obbligare le amministrazioni ad accendere un fondo rischi sui crediti, vincolando una parte della somma di spese correnti’.

Nelle ultime ore erano circolate delle voci allarmanti che parlavano di un presunto disavanzo economico presente nelle casse del Comune di Lecce. Il buco ammonterebbe addirittura a quasi 80 milioni di euro, per l’esattezza 79.840.304, 16. Il sindaco Paolo Perrone e l’assessore al Bilancio Attilio Monosi hanno convocato per questa mattina una conferenza stampa, che si è svolta nella sala giunta di Palazzo Carafa, per smentire queste voci e rassicurare i cittadini. Il primo cittadino del capoluogo salentino replica così alle accuse piovute su questo presunto dissesto finanziario: “Non è assolutamente un buco bensì è una formula prevista da una norma imposta dal Governo centrale che serve a mettere in sicurezza i conti di tutti i Comuni e quindi obbligare le amministrazioni ad accendere un fondo rischi sui crediti che questi Comuni hanno e a vincolare una parte della somma di spese correnti proprio a copertura del fondo rischi”.

Come spiegato anche dall’assessore Monosi il bilancio dei Comuni è fatto anche da residui attivi e cioè, crediti stipulati dal comune che hanno un alto rischio di inesigibilità ed è su questo che si verte tutto il discorso dei quasi 80 milioni di debito apparsi nel bilancio del 2014. Proprio di questo parla la norma imposta dal Governo che il sindaco Perrone continua a mettere in evidenza e cerca di spiegare facendo alcuni esempi: “Per fare un esempio molto calzante è come se ad un’azienda privata fosse imposto di accendere un fondo rischi pari al 30% su tutti i crediti. Oppure, per quel che riguarda i crediti che rischiano di risultare inesigibili, è come se un Comune sa che deve riscuotere l’Imu da un privato cittadino e quest’ultimo chiedesse di dilazionare il pagamento della sua imposta. Mettiamo il caso che questo privato è debitrice nei confronti del Comune di 100 euro, ma l’ente comunale deve partire dal presupposto che potrebbe non riscuotere mai questa somma”.

Come assicurano gli amministratori comunali, quindi, non si può assolutamente parlare di buco anche perché all’interno di quei 79 milioni ci sono dei fondi che devono essere trasferiti allo Stato. Il Comune di Lecce comunque avrebbe cancellato dei crediti di cui si è accertata l’inesigibilità, ma come spiega l’assessore Monosi: “Questi crediti non entrano nel fondo rischio di cui si parlava prima, bensì fanno parte del risultato vero e proprio di bilancio 2014 che quest’anno ha un avanzo di gestione di 5 milioni di euro di gestione. Siamo assolutamente apposto, quindi, e non c’è motivo di allarmarsi, questo norma è solo un modo per mettere in sicurezza i conti del Comune e non si può parlare di buco di quasi 80 milioni perché se fosse così il Comune di Lecce sarebbe già fallito”.

Ci sarebbe, quindi, una difficoltà generale di riscossione da parte di tutto il comparto dei Comuni, avuto soprattutto negli ultimi anni, che dipenderebbe essenzialmente da due fattori: l’inasprimento della tassazione e la grandissima e profondissima crisi che attanaglia tutti i comparti della nostra economia. Questo avrebbe comportato un abbassamento generale delle percentuali di riscossione che tutti i Comuni hanno riscontrato. Per evitare che questo discorso alla lunga possa portare a degli effetti di sbilanciamento dei conti delle Amministrazioni, la norma ha così imposto l’accensione di questo fondo precauzionale peraltro richiesto dai Comuni stessi attraverso l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Una situazione che come spiega il sindaco Paolo Perrone non influirà sulle casse comunali e che potrebbe via via andare verso un progressivo miglioramento. L’unica somma che l’amministrazione deve provvedere a procurarsi risponde a circa 1/30 degli oltre 79 milioni previsti dal fondo rischio. Questa somma incide per circa 2.700.000 euro all’anno che, come ci spiega l’assessore Monosi, il Comune ha già provveduto a recuperare: “Il Comune ha ottenuto il riconoscimento del ristoro strutturale di circa 650mila euro sul fondo solidarietà comunale a partire dal 2013, a seguito della cessione della marina di Casalabate ai Comuni di Squinzano e Trepuzzi. Nel 2014, inoltre, abbiamo provveduto a finanziare la copertura di perdite e ricapitalizzazione della Lupiae per 1.050.000 euro. Questi ultimi due impegni che non si ripeteranno negli anni successivi e, quindi, non incideranno sui prossimi bilanci, vanno ad aggiungersi ad 1 milione circa che verrà recuperato attraverso risparmi ottenuti dalla revisione dei contratti (alcuni già rinegoziati come la pubblica illuminazione) e dalla spending review interna”.    



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