Rigenerazione urbana 2017-2022. ‘I progetti passeranno dal confronto coi cittadini’

Questa mattina, l’Assessore all’Urbanistica Severo Martini ha illustrato le idee di rigenerazione urbana della città di Lecce per il periodo 2017-2022. ‘Fondamentale il confronto con i cittadini ed i loro comitati’.

“Partecipazione, progettazione consapevole, responsabilità. Cittadini e Amministrazione devono collaborare attivamente ai fini della redazione del Piano”. Così l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Lecce, Severo Martini, intende la rigenerazione urbana del capoluogo salentino per il periodo temporale 2017-2022. Il leitmotiv della riqualificazione che interesserà alcune zone della città, non solo centrali ma anche e soprattutto periferiche, pone al centro l’opinione dei leccesi, affinché le scelte siano condivise. Un programma che, senza dubbio, si poggia su alcune priorità doverose e fondamentali: accessibilità, rispetto dell’ambiente, superamento della cattive abitudini, senso civico e via dicendo. Spicca, però, la rivitalizzazione  di una inedita “Lecce Sottorranea”. Ebbene sì. Si tratta del recupero del rifugio anti aereo di Piazza Italia. Fruizione, valorizzazione e ricostruzione della memoria di un momento complesso della storia d’Italia.

“Sarebbe bello che il turismo non si fermasse soltanto alla Basilica di Santa Croce, in piazza Sant’Oronzo o alla serate della Movida – dice l’Architetto Luigi Maniglio, dirigente del settore Pianificazione e Sviluppo del territorio, presente nella conferenza stampa avvenuta oggi presso la "Casa del Mutilato" di Piazza Italia – ma scoprisse anche le altre bellezze inedite della nostra realtà. E ce ne sono davvero tante”. Alla “Lecce Sotterranea” va aggiunto pure il restyling di Villa Massari in via Puccini (Centro “Dopo di Noi”), con tanto di spazi di lavoro e uffici per integrazione della persona disabile, stanze di accoglienza e attività socio-culturali; del Centro Culturale “Casa della Cultura” di Piazza Italia (a due passi dal Monumento dei caduti); e pure quello della foresta urbana, situata nell’area cave di via San Cesario.

Vengono poi i cosiddetti “Progetti Agopuntura”, dal centro alle Marine: recupero di Piazza Santa Rosa da Lima, della tettoia sita nel medesimo quartiere, nonché del Centro Culturale e delle associazioni mediate patti di collaborazione. E poi ancora spazi pubblici e riconversione in piazze di Spiaggiabella, Torre Chianca, Frigole e San Cataldo. Tra le idee più interessanti, quella di un percorso ciclabile che va dal Parco di Belloluogo – superando le mura urbiche, attraverso i quartieri degli anni ’50 e ’60 – fino ai viali che portano a mare. Rientrano anche la ricostruzione dei cordoni dunali a San Cataldo e al Parco di Rauccio, fino ad un modulo in legno ad alta efficienza energetica per riunioni di comunità a Borgo San Nicola.

La metodologia è semplice. Per accedere ai finanziamenti tramite cui effettuare tali interventi, il piano prevede l’istituzione di ben nove concorsi di architettura aperti agli studi di progettazione con sede nella provincia.

Questi ultimi avranno l’obbligo di associarsi con uno studio di ambito internazionale e – aspetto fondamentale – dovranno partecipare ad un laboratorio con i comitati per discutere, migliorare o eventualmente modificare, in funzione delle esigenze e dei bisogni. Un dettaglio, peraltro, emerge su tutti gli altri: nel progetto dovranno venire sottolineate le linee guida per la gestione degli spazi recuperati



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