Ritardi al cantiere ex Massa: prima la rimozione dei cavi elettrici, poi i lavori

Il Presidente della Commissione Controllo, Antonio Rotundo, spiega il perché dei ritardi nei lavori al cantiere ex Massa. ‘Senza la rimozione dei cavi elettrici non si potrà dare il via all’iter progettuale per dare concreto inizio ai lavori’.

Dal mese di giugno, quando la Commissione Controllo effettuò un sopralluogo nell’ex Caserma Massa per valutare direttamente l’iter del cantiere, è cambiato poco o nulla. Le previsioni che indicavano il probabile avvio dei lavori di costruzione del parcheggio interrato sarebbe dovuto partire in autunno sembrano perciò destinate a rimanere tali. Il Motivo? Ritardi nella rimozione di un cavo elettrico. Ad inizio estate, peraltro, l'impresa De Nuzzo chiarì alla commissione come quel lavoro non fosse compito del concessionario ma del Comune. Poi la vicenda del cavo si è ingarbugliata ulteriormente, col risultato che ad oggi l'Enel deve ancora rimuoverlo. E  tempi si allungano ancora, nel frattempo.

Occorre specificare un altro dettaglio, inoltre. A causa della diminuzione di circa cinquanta parcheggi, e in virtù delle prescrizioni della Soprintendenza, il progetto originario deve essere rivisto con nuova approvazione della Giunta e dello stesso Consiglio Comunale. Da negoziare, dunque, anche la stessa convezione che regola i rapporti tra la De Nuzzo ed il Comune. Adempimenti necessari, o meglio, indispensabili per l'apertura del cantiere. Ne va della vita turistica del capoluogo barocco, sperando che questa brutta cartolina venga al più presto strappata.

A tutt'oggi – ci fa sapere Antonio Rotundo, presidente della Commissione Controllo – presso la segreteria non sarebbe pervenuta la pec di risposta dell'Enel del 26 ottobre, andata incredibilmente perduta dagli uffici. “Ma se dovesse risultare che per ben cinque volte i preventivi dell'Enel per lo spostamento dei cavi all'ex caserma Massa sono scaduti per decorrenza dei termini, determinando così un grave ritardo nell'avvio dei lavori del centro direzionale e del parcheggio – specifica Rotundo – saremmo in presenza di comportamenti che richiedono delle spiegazioni, tenendo conto tra l'altro che sarebbero stati rifiutati preventivi a costo zero per le casse del Comune”.

Non so se si tratta di sciatteria o di irresponsabilità – prosegue – quel che è certo che il problema dei cavi elettrici è all'ordine del giorno dal 2011 e dopo quattro anni non è stato ancora risolto nonostante vi sia stata la possibilità (perduta) di farlo gratuitamente”.

Ora si trovi una soluzione con urgenza – conclude – perché il mancato spostamento dei cavi elettrici non consente di completare gli scavi archeologici e di proseguire l'iter progettuale per poter dare concreto inizio ai lavori, con i rischi  risarcitori che potrebbero gravare sull'Amminiastrazione comunale, come ha evidenziato il dirigente Arch. Luigi Maniglio nella lettera del 6 ottobre scorso”. 



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