Torna di moda il Grande Salento: Salvemini ‘chiama’ i colleghi di Brindisi e Taranto. Tante le idee, ma con quali risorse?

Il Sindaco di Lecce Salvemini comunica la volontà di chiedere ai colleghi Melucci (Taranto) e Rossi (Brindisi) la “disponibilità ad un incontro per verificare la possibilità di individuare una forma di governance strategica per rafforzare il nostro sistema territoriale”.

C’è poco da fare: il sentimento salentino viene sempre a galla. Non chiamatelo campanilismo, per carità, altrimenti qualche ben pensante si potrà offendere, ma quel che è certo è che, ciclicamente, il brand Salento torna sempre di moda.

Iniziative culturali, sportive, economiche, politiche: il richiamo alla vecchia, cara, Terra d’Otranto è non passa mai di moda. Talvolta capita di mettere proposte, idee e progetti in un cassetto, far prendere loro polvere e polemiche, ma poi tutto torna sulle scrivanie che contano. Sì, è successo ancora. Si vuol parlare ancora di Salento.

Tre capoluoghi governati dal centrosinistra

Il sindaco di Brindisi Rossi

Questa volta l’iniziativa parte dal Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che festeggia le vittorie negli due capoluoghi della penisola salentina del centrosinistra dopo i ballottaggi di una settimana fa, e ne approfitta per comunicare – via Facebook – la volontà di chiedere al più presto “a Rinaldo Melucci – sindaco di Taranto – e Riccardo Rossi – neo sindaco di Brindisi – la disponibilità ad un incontro per verificare l’interesse e la possibilità di individuare una forma di governance strategica per rafforzare il nostro sistema territoriale”

Il territorio, tutto, nuovamente al centro di progettualità. “Penso – scrive ancora Salvemini – all’asse cultura-turismo attorno al quale diventa sempre più necessario lavorare su destinazioni capaci di porsi come attrattori forti perché riconoscibili e ricchi di contenuti ed esperienze diverse. L’articolazione di beni monumentali, archeologici, paesaggistici; la dotazione infrastrutturale di porti e aeroporto; la presenza di un’università capace di porsi come riferimento di saperi e competenze: rappresentano una cornice forte che consente di rappresentare scenari di futuro interessanti”.

Ci si è ricordati, insomma, di avere porti comuni, economie e ricettori affini, un aeroporto in attesa dei tanti agognati potenziamenti, di avere un passato, una cultura e delle tradizioni che muovono dalle stesse radici. Mettere a rete, a sistema, tutto questo, non è certo una proposta originale: da decenni in tanti hanno proposto di riunirsi sotto la bandiera del Grande Salento per far convivere interessi e prospettive. C’è chi ha lanciato associazioni, comitati, qualcuno culla ancora l’idea di avere una Regione Salento. Ma ci si è sempre arenati contro un qualcosa che, in fin dei conti, altro non era che la mancanza di risorse, umane e finanziarie, l’assenza di una cabina di regia uguale per tutti capace di coordinare intenti e interessi.

Nessun campanilismo con la Puglia

Riccardo Melucci, sindaco di Taranto

Lo sa bene questo Carlo Salvemini che infatti precisa: “ciascuno di noi ha tanto da fare nei rispettivi municipi che non è immaginabile andare oltre questo unico ma ugualmente ambizioso obiettivo. Per sgombrare ogni possibile interpretazione – precisa – non ho nessuna volontà di costruire movimenti politici partendo dai municipi, di alimentare competizioni regionali con Bari e Foggia, di affermare primati di protagonismo civico in contrapposizione ai partiti. Semplicemente l’interesse a verificare modalità nuove di collaborazione istituzionale per essere utilmente al servizio delle nostre comunità”.

Bene Sindaco, ottima idea: tocca ai tre capoluoghi dare il via a una nuova linfa vitale del brand Salento, che però non può fermarsi ad un tavolo con tre parti, tanto suggestivo, quanto inutile. Il Salento c’è ed esiste: fatelo mettere a sistema, tutto.



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