Santa Teresa e Alba Service, le partecipate di Brindisi e Lecce sfilano su viale XXV Luglio per il blocco della Cassa integrazione

Nuova protesta su viale XXV Luglio dei lavoratori delle società partecipate di Brindisi e Lecce contro il blocco della cassa integrazione.

La crisi delle partecipate pubbliche, che occupano più di 250 dipendenti, si sa, è stata una delle conseguenze della legge Delrio.

La nuova mappatura di organi e competenze dell’amministrazione locale ha provocato inevitabilmente una drastica contrazione nell’erogazione di servizi alle comunità brindisine e leccesi, mettendo in difficoltà le società partecipate: a parità di servizi sono state drasticamente tagliate le risorse finanziarie alle Provincie.

La protesta

Anche oggi, sotto una lenta pioggerella, i lavoratori delle due partecipate Santa Teresa di Brindisi e Alba Service di Lecce si sono ritrovati sotto la Prefettura leccese, armati di slogan e striscioni.

La riforma Delrio ha avuto seri esiti negativi sull’aspetto occupazionale e la Confederazione Cobas di Brindisi e di Lecce fanno il loro appello ai vertici istituzionali.

Lavoratori in cassa integrazione, il nodo in Regione

Alba Service, la partecipata della Provincia di Lecce, è quella maggiormente danneggiata tanto da essere in liquidazione. E la situazione oggi è ancor più grave per il fatto che la concessione da parte della Regione Puglia della Cassa integrazione in deroga per il 2018 è stata bloccata dal Ministero del Lavoro per un’interpretazione del comma 145 della legge di stabilità 2018 che autorizza le Regioni al rinnovo delle CIGD concesse con decreto entro la data del 31 dicembre 2016 ed a valere per l’anno 2017.

La dichiarazione dei segretari Cobas

Da qui “il blocco della cassa integrazione in deroga che riguarda oltre che i dipendenti delle partecipate della Provincia di Brindisi e di Lecce anche centinaia di lavoratori del settore privato che usufruiscono dell’ammortizzatore sociale, non trova nessuna giustificazione, in quanto è stato rispettato tutto l’iter giuridico previsto dalla legislazione nazionale e regionale – concludono Roberto Aprile della Confederazione Cobas Brindisi e Pietro Mancarella della Confederazione Cobas Lecce – Considerato che questa situazione di stallo burocratico sta creando una grave tensione sociale nelle due Province pugliesi coinvolte, si chiede un intervento per dirimere questa disputa tra Regione Puglia e Ministero del Lavoro nel rispetto della dignità dei lavoratori messi in ginocchio dalla riforma Delrio e dalla sua attuazione”.



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