Securpol, raggiunto l’accordo: ‘La Asl pagherà gli arretrati, a breve sottoscrizione dal Prefetto’

La ASL Lecce si è detta disponibile ad assicurare il pagamento diretto degli arretrati ai dipendenti Securpol entro il 15 del mese corrente. Stamattina, davanti alla sede di via Miglietta, l’incontro chiarificatore insieme al sindacato UGL. A breve tutto ‘nero su bianco’.

Gli stipendi che mancano, la quattordicesima non pagata e una situazione già abbastanza “rovente”, indipendentemente dal caldo afoso di questo 1 Agosto. I dipendenti Securpol stamattina erano davanti alla sede Asl di Lecce per far sentire, ancora una volta, la loro voce. E così, seguiti dai sindacati UGL e USB, hanno raggiunto i piani alti della direzione sanitaria, esponendo la loro problematica. La vicenda è ormai arcinota. Davanti alle mancate retribuzioni venne addirittura invocata a gran voce la revoca del mandato alla ditta interessata (che si occupa dei servizi di guaridiania presso le strutture salenitare leccesi). Poi, verso metà mattinata, la svolta. «Abbiamo raggiunto un accordo che verrà sottoscritto nei prossimi giorni insieme al Prefetto, dunque “nero su bianco”, tramite cui la ASL assicurerà il pagamento diretto degli arretrati entro il 15 del mese corrente». Così Donato Mazzeo, segretario UGL Lecce, contattato stamattina dalla redazione di LecceNews24.it al termine dell’incontro tenutosi in via Miglietta.

«La riunione avverrà a breve, nei prossimi giorni, in Prefettura – prosegue Mazzeo – per sancire su carta l’impegno, da parte della ASL, di sostituirsi all’azienda appaltatrice». La questione, però, non terminerà solo con la corresponsione delle spettanze in attesa di erogazione. Il sit-in odierno punta soprattutto alla risoluzione definitiva dell’annosa questione.

«Stiamo sollecitando le istituzione affinché venga presto definita  entro settembre la gara d’appalto con le parti interessate», ha poi concluso Mazzeo.

Sarebbe la giusta fine d’una storia trita e ritrita, fatta di proteste in via XXV Luglio, appelli da parte della politica locale e lettere di sollecitazione davanti a famiglie che chiedono semplicemente il rispetto d’un diritto: quello di ricevere il salario in relazione al proprio lavoro. 



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