Stop a Giliberti, è scontro tra Cor e Forza Italia per il dopo Perrone. Gabellone: ‘Non è più tempo di aspettare’

Le frizioni all’interno di Forza Italia più che il maltempo fanno saltare la direzione di Forza Italia che avrebbe dovuto dire sì a Giliberti. Ma la frenata fa comodo anche ai perroniani e c’è chi dice: ‘Il clima è rovente’.

Il rinvio della direzione di Forza Italia – che si sarebbe dovuta tenere oggi pomeriggio –  per ratificare la nomina di Mauro Giliberti a candidato ufficiale del centrodestra per la successione a Paolo Perrone non è stato preso con accondiscendenza dai Conservatori e Riformisti che intravedono un tentativo di portarla alla lunga per sfiancare i fittiani.

Dura la presa di posizione del coordinatore provinciale Antonio Gabellone che, con una nota giunta in serata nelle redazioni, sembra quasi lanciare un ultimatum: ‘Prendiamo atto del rinvio della direzione di Forza Italia, pur senza nascondere la preoccupazione per l'allungarsi dei tempi. Tenendo fortemente all'unità del centrodestra abbiamo rinunciato alle primarie, alla ipotesi di più candidature interne tutte autorevoli e ragionato su candidature esterne;  ora è giunto il momento di fare le/la scelta, lo chiedono i nostri elettori lo impone l'interesse per Lecce.’

Il punto di vista dei fittiani è chiaro: per provare a presentarci uniti abbiamo evitato le primarie, abbiamo accantonato i nomi di Monosi, Messuti, Congedo e Marti, abbiamo perso per strada Delli Noci, vi abbiamo messo sul tavolo il nome di Giliberti che era gradito ad Adriana Poli Bortone e Paolo Pagliaro, ed ora…vi opponete ancora? Ma cosa volete… sembra gridare Antonio Gabellone?

In realtà la questione sembra essere più complessa, tutta nascosta com’è nel rapporto insanabile tra Forza Italia (versione Vitali – e versione Mazzotta) e Cor, un rapporto difficilissimo che si ingarbuglia con il deteriorarsi del vincolo di amicizia e collaborazione politica tra Raffaele Fitto e Paolo Perrone.

La candidatura di Mauro Giliberti, a cui tutti hanno espresso stima personale, è sembrata calata dall’alto, non condivisa, per nulla partecipata, frutto di un asse tra Fitto e Adriana Poli Bortone che ha fatto drizzare le antenne a Vitali e soprattutto a Mazzotta. Per non parlare di Paolo Perrone poi.

Il fatto è che i tempi son proprio cambiati. Qualche hanno fa la scelta di Fitto sarebbe stata mandata giù, anche se di traverso, dalla stragrande maggioranza dei consiglieri di Palazzo Carafa che dovranno metterci la faccia per chiedere il voto alle prossime amministrative; ma adesso il malessere politico è tracimato. E forse, a dirla tutta, più che a Forza Italia, questo rallentamento potrebbe essere utile ai Cor per capire come vogliono giocarsi la partita.

Se in queste ore per il centrodestra tutto sembra facile, quasi che a Lecce si possa vincere con qualsiasi candidato, la discesa in campo data per imminente di Dario Stefano nel centrosinistra potrebbe far cambiare piani e idee a molti. A moltissimi. Anche a quelli che avrebbero voluto votarecentrodestra.

Immediato l'intervento del coordinatore provinciale di Area Popolare – Ncd, Luigi Mazzei che sul tema ha voluto rimarcare la posizione del suo partito, già espressa in precedenti occasioni: 'Si parla bene a Roma ma si razzola male a Lecce. La dichiarazione di Gabellone dimostra, semmai c'è ne fosse ancora bisogno, che i metodi autoritari contestati a livello nazionale a Berlusconi, per Lecce possono essere utilizzati. Perchè chi aveva la soluzione da proporre non ha sprecato una telefonata ai cinque segretari provinciali per chiedere una convocazione urgente? Nessuno può pensare di decidere le cose nel chiuso di una stanza. Un pò di umiltà e capacità di coinvolgere tutti gli attori poteva portare al risultato auspicato. Si vince e si perde con l'impegno e l'aiuto di tutti e con il rispetto anche dei candidati che ogni partito aveva faticosamente individuato che andavano coinvolti nella scelta. Una buona occasione persa! Qui si continua a parlare solo a mezzo stampa.'



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