L’idea si sta pian piano facendo strada tra i corridoi di via Capruzzi, divenendo ora dopo ora, minuto dopo minuto, molto più che una semplice suggestione. La Regione Puglia sarebbe disponibile a dare il proprio consenso, infatti, anche ad un decreto legge speciale per rimodulare il progetto Tap. Insomma, il gasdotto transadriatico che dovrebbe giungere a Melendugno lo si vuole spostare a Brindisi: lo ha riferito ieri, davanti all'Antimafia, il governatore della Puglia, Michele Emiliano. "Sarei molto attento a non forzare la mano in un'area ad alta densità mafiosa per realizzare un'opera attraversando 10 comuni e nel pieno della crisi Xylella", ha dichiarato. E dunque, sì alla Tap che arrivi a Brindisi, anche con un provvedimento d'urgenza "che non si dica che le opere non si realizzano perchè le Regioni sono bastian contrario", ha concluso Emiliano.
Un “jolly”improvviso che così, in 180 giorni, chiuderebbe la partita. Una sorta di sfida al Presidente Renzi? Non proprio. Semmai un impegno che nasce dal desiderio di buona parte della popolazione salentina. Sia chiaro, è giusto lo sviluppo industriale nella provincia di Lecce. Ed ha ragione il Governo a considerare l’opera come strategica, che porterà in Italia ben 20 miliardi di metri cubi di gas. Contrariamente a San Foca, inoltre, Brindisi possiede già una zona predisposta all’accoglimento del metanodotto. Ma in che senso “decreto d’urgenza”? Tale provvedimento dovrebbe recepire il nuovo approdo, facilitato nell’Iter di VIA, che in realtà è ancora aperto.
Tap che, tra l’altro, viene da un doppio successo giudiziario. I Giudice del TAR del Lazio, infatti, nei giorni scorsi respinsero i ricorsi presentati da Regione Puglia e Comune di Melendugno su presunti vizi procedurali relativamente al rilascio delle varie autorizzazione.
Decisa, però, la posizione del sindaco Marco Potì, che non lascia, semmai raddoppia dichiarando:“Ricorreremo al Consiglio di Stato”.