Università islamica a Lecce, i pareri favorevoli della politica

Sembrano d’accordo tutti i politici leccesi sulla possibilità di aprire un’Università islamica a Lecce anche se serve prima una riflessione sull’immobile sul quale costruirla.

Si continua a discutere sulla possibilità di aprire le porte ad una Università islamica a Lecce. Una valutazione approfondita e corale sta coinvolgendo opinioni e pareri di società civile e uomini politici. Per ciò che riguarda questi ultimi, la riflessione sull’ipotesi di realizzare nel capoluogo salentino il primo centro italiano di cultura islamica appare trasversale e sembra mettere d’accordo politici ed amministratori di segno diverso.

Dopo il parere favorevole dell’assessore all’Urbanistica, Severo Martini, infatti, sono arrivate le dichiarazioni del segretario cittadino del Pd, Fabrizio Marra che spiega: “Lecce ed il Salento sono da sempre terre di frontiera e d’avanguardia, conosciute in tutto il mondo. Lo dimostra la storia d’accoglienza e di integrazione di questi ultimi vent’anni. In merito all’apertura dell’Università islamica a Lecce, prima in assoluto in Italia, tuttavia non sono possibili fughe in avanti”.

Marra continua spiegando che: “Al di là delle rispettabili posizioni personali espresse da esponenti del PD leccese, quest’argomento deve essere frutto di un’attenta riflessione e di un dibattito interno al Partito Democratico della città, di cui la segreteria del capoluogo ha la responsabilità della rappresentanza politica. È di tutta evidenza che l’iniziativa imprenditoriale privata non possa essere oggetto di censure da parte di nessuno, poiché garantita dalla costituzione, ma occorre un dibattito vero sull’insediamento di un plesso universitario che avrebbe, primo e finora unico in Italia, un’incidenza su tutto il bacino del mediterraneo e quindi indubbiamente anche sul contesto socio culturale leccese”.

Il segretario del Pd leccese infine conclude dicendo: “Questo é e deve essere compito della Politica, che si fa interprete dei territori che rappresenta, esercitando un diritto d’ascolto, che per un rappresentante dei cittadini leccesi è sopratutto dovere di sentire la propria comunità, prima ancora di esprimere frettolose accelerazioni o improbabili frenate”.



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