Salentini ‘di ritorno’: i medici affermatisi nel Nord Italia a Lecce per curare l’artrosi

Medici salentini, formati e affermati nel nord Italia, tornano a Lecce per curare le artrosi dei loro concittadini. Ieri, un convegno – organizzato dal centro Medinforma – tenutosi ai ‘Giardini d’Atena’.

La mission appare tanto ambiziosa quanto lodevole: invertire il flusso dei cosiddetti “viaggi della speranza”. Parliamo di primari e specialisti ai vertici delle organizzazioni mediche nazionali affermatisi nelle più accreditate università e strutture sanitarie del nord Italia (soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna). Un progetto che prende il nome di “Salute e turismo nel Salento” – illustrato nel corso del convegno “Terapia infiltrativa o protesi nelle artrosi distrettuali?”, in programma ieri presso l’Auditorium dei “Giardini di Atena” a Lecce – organizzato dal centro medico Medinforma che si occupa di formazione, informazione, prevenzione e cura.
 
Il dottor Lucio Catamo – ci rivela l’associazione “Salute Salento” – chirurgo ortopedico originario del Salento, è il responsabile dell' Unità di Ortopedia di “Villa Torri” di Bologna e direttore scientifico del convegno e di Medinforma. Ha mantenuto tutti i legami con il suo Salento. Ed è proprio nel Salento che intende riportare i medici conterranei formatisi altrove. Nel corso del convegno, oltretutto, è stato attivato un collegamento Skype con il dottor Rino Palma, presidente dell’associazione degli Otorinolaringoiatri, leccese che opera a Milano; e con Roberto De Castro, chirurgo pediatra salentino, primario a Bologna.«L’obiettivo – asserisce Catamo – è quello di coinvolgere nel Salento i medici di medicina generale per dire che il ricorso all’ortopedico, alla chirurgia e alle protesi deve essere l’ultima delle cose che noi dobbiamo fare. Vogliamo sensibilizzare i medici di famiglia del Salento e spingerli a seguire con più proficuità i pazienti artrosici. Che oggi, con l’aumento dell’età media, sono sempre più numerosi».
 
L’osteoartrosi è una malattia cronica che colpisce in Italia oltre 4 milioni di persone determinando costi per oltre 6,5 miliardi di euro. L’Italia è il paese che impianta più protesi in tutta l’Europa, più che in Usa. Dunque, sorge spontanea una domanda:  come comportarsi in presenza di dolori articolari che affliggono tanti anziani e non solo? «L’articolazione è come una serratura che nel tempo si rovina – spiega il dottor Catamo – Va quindi usata bene, con regolarità e continuamente lubrificata. Il sovrappeso e l’uso incongruo determinano un’alterazione».
 
Il percorso terapeutico è lineare. Prima si va dal medico di base, che, successivamente, invierà il paziente presso lo specialista che tratterà la patologia, spesso invalidante, con farmaci adeguati. «Farmaci e terapie fisiche appropriate – spiega l’ortopedico primario a “Villa Torri” – Noi proponiamo infiltrazioni di sostanze oggi molto diffuse e valide, come l’acido ialuronico e il gel di piastrine, che viene messo nelle articolazioni per fare durare a lungo le serrature». Se non sono sufficienti le infiltrazioni (nell’1% dei casi) come trattamenti conservativi, si ricorre al chirurgo, «il quale può proporre, ancor prima della protesi – sostiene Catamo – un’artroscopia, una pulizia e quant’altro».



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