​80 anni di calcio e di amore per Lecce, buon compleanno Mimino Renna

In pochi sanno che all’anagrafe è stato registrato con il nome di Antonio, ma per tutti è sempre stato Mimino, il Renna che ha portato il Lecce in B nei difficili anni settanta e il primo leccese a vincere uno scudetto da giocatore.

È stato uno dei più temibili attaccanti degli anni sessanta, scorridore sulle fasce nel Bologna del Paradiso, rigorista della Lazio, bomber del Varese di Picchi e Anastasi, capitano del grande Brindisi di Vinicio. Antonio Renna, detto Mimmo, per i leccesi Mimino, oggi compie 80 anni. In città tutti lo ricordano per essere stato l'artefice della prima promozione del Lecce in serie B dell'era moderna, nell'ormai lontano 1976. Ai suoi ordini grandi giocatori del passato giallorosso come Loddi, Montenegro, Lorusso, Cannito, Pezzella.
 
Mimmo Renna era il primo figlio calcistico di Attilio Adamo e della sua Juventina che sfornò e lanciò in campo nazionale alcuni grandi leccesi dello sport più amato dagli italiani come Causio, Sensibile, Russo, De Vitis. Il primo però fu proprio Renna che Adamo faceva giocare sotto falso nome e che lo stesso scout del calcio salentino volle prestare al Campobasso in serie D e al vivaio della Fiorentina in serie A. Poi il ritorno a Lecce dove Mimino Renna visse due grandi stagioni tra il '57 e il '59 prima di essere adocchiato dal Bologna che lo prese alla sua corte nella stagione 59-60. Il Bologna era l'Accademia del Calcio e negli anni sessanta, insieme all'Inter di Herrera, era la squadra da battere.
 
Il capitano del Bologna Giacomo Bulgarelli avrebbe definito il suo amico Renna “il Garrincha dei poveri”, perché ricordava le meravigliose scorribande della straordinaria ala sudamericana. Dopo Bologna ci fu la Lazio e poi il Varese dei tempi d'oro, prima di chiudere la carriera in serie C al Brindisi, dopo un decennio trascorso in serie A.
 
Appese le scarpe al chiodo nel 1973, all'età di 36 anni Mimmo Renna avviò la sua carriera di allenatore. Superò con ampio merito il corso di allenatori di Coverciano insieme a vecchi compagni e avversari in campo come Trapattoni, Simoni, Di Marzio, Bagnoli, Suarez, Castagner e altri. Una leva di allenatori che avrebbe segnato indelebilmente i successivi vent'anni di calcio italiano. Renna cominciò alla grande, dopo una breve gavetta in serie D sulla panchina del Nardò si ritrovò sulla panchina del Brindisi in serie B, che riuscì a condurre alla salvezza, l'ultima della storia adriatica in B.
 
Poi fu l'anno del Lecce e del trionfo giallorosso con la storica vittoria del campionato e conseguente promozione in B, mentre l'anno dopo ecco la comoda salvezza con una matricola da settimo posto. E mentre si faceva strada la fama di Renna 'maestro di tattica', ecco la chiamata dell'Ascoli del leggendario presidente Rozzi. Mimmo Renna vinse il campionato con due mesi di anticipo e portò l'Ascoli in serie A dopo aver fatto segnare tutti i record possibili nella serie cadetta. La stagione seguente, invece, mise in luce la sua stella con l'ottima salvezza ascolana in serie A. Due anni alla guida del Bari, due alla guida del Palermo e una stagione a Catanzaro e poi a Catania tutte in serie B, prima del ritorno in Puglia sulla panchina del Taranto e la promozione immediata dalla C alla B.
 
Sullo scorcio della carriera ci furono le panchine di Casertana, Livorno e Giarre, mentre negli ultimi anni lo storico calciatore si è trovato a dirigere la scuola calcio del Comune di Lecce, governato da Adriana Poli Bortone. Personaggio da sempre schivo e riservato, Mimmo Renna anche per questo ha lasciato un bel ricordo nella sua Lecce, città in cui è tornato a vivere subito dopo la fine della carriera tra i professionisti. Presto la città celebrerà gli 80 anni di Mimmo Renna con un evento pubblico a lui dedicato.
 
Auguri al mister dalla Redazione di Leccenews24.



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